
Esattamente un anno fa Federico Chiesa segnava il suo primo gol in maglia viola, nonché il suo primo ed unico in una competizione internazionale. Quella rete a Baku contro il Qarabag nel girone di Europa League, fu decisiva per il passaggio del turno. Da quel momento, il classe ’97 è diventato sempre più importante per la Fiorentina, fino a trasformarsi in un elemento imprescindibile. Un simbolo.
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Caratterizzato da una faccia pulita e da un talento che ha nel DNA, a cui va aggiunta una grinta impressionante che si traduce nella volontà di arrivare più in alto possibile, di emergere e di scacciare in qualche modo il peso di un cognome importante. Il risultato di tutto ciò è il percorso fatto sin qui. Un’ascesa rapida che lo ha reso uno dei talenti più cristallini del panorama calcistico italiano e non solo. Le sue prestazioni difficilmente sono insufficienti, perché anche quando non riesce a impreziosire la sua prova con lo spunto decisivo, riesce comunque a strappare applausi grazie all’impegno, alla tenacia e alla voglia di rincorrere tutto e tutti, uscendo sempre con la maglia sudata. Qualità e quantità.
Questa capacità è stata evidenziata soprattutto nel periodo in cui alla guida della Fiorentina c’era Paulo Sousa, colui che lo ha lanciato e lo ha plasmato, impiegandolo come esterno a tutta fascia, ottenendo risposte positive.
A coronamento di una prima stagione sorprendente, è arrivata la convocazione per l’Europeo Under 21 dove, nonostante fosse uno dei giocatori di movimento più giovani, è risultato uno dei migliori. Dopo l’eliminazione per mano della Spagna in semifinale, l’arrivo a Moena come ultimo dei “big” ad aggregarsi con la nuova truppa di Stefano Pioli. In un’estate in cui i volti storici hanno lasciato il club gigliato, la tifoseria si è identificata sempre più nel suo numero 25.
L’ex prodotto delle giovanili della Settignanese in questa nuova stagione è stato impiegato soprattutto sulla fascia destra, in un tridente con Simeone e Thereau. Un ruolo che gli permette di risparmiare energie (in teoria, perché non si risparmia praticamente mai) e che lo avvicina alla porta, in modo da rientrare sul suo piede naturale. Anche così si spiegano i quattro gol realizzati in questa stagione, rispetto ai tre complessivi dello scorso campionato.
Qualche settimana fa ha firmato il tanto atteso e meritato rinnovo del contratto che lo legherà alla società gigliata fino al 2022, con l’effetto auspicato di allontanare e di rimandare le tante voci di calciomercato che già lo vedono protagonista. Uno dei club che ha ammesso il proprio interesse per il figlio d’arte è stato il Napoli, che proprio domenica affronterà i viola al San Paolo. Chissà che a un anno di distanza dal primo gol tra i professionisti, non si ripeta regalando l’ennesima perla a una tifoseria che fatica a rivedersi nella dimensione della Fiorentina attuale, salvo che in Federico, un’eccezione da prendere come modello.

Di
Mattia Zupo