Il pareggino raccattato dalla Juventus contro una Fiorentina tutt’altro che remissiva – succede spesso, da queste parti, quando passano i bianconeri – è un pessimo segnale, scrive Tuttosport. Non è il primo di una stagione strampalata per compressione di impegni e stress psicofisico: ma questo vale per tutti. Il rischio è che non sia l’ultimo, perché pure al Franchi i campioni d’Italia ancora in carica per qualche giorno hanno messo in mostra tutte le magagne tipiche di una squadra sconnessa e che – ulteriore aggravante – a parte la prodezza di un redivivo Morata, neppure le magie dei big riescono a risollevare.
TRA CHAMPIONS E SALVEZZA. E’ bello poter pensare fino all’ultimo istante utile al fatto che il penta Pallone d’Oro giochi nella Juventus, ma se Cristiano Ronaldo, lo stesso Dybala atteso al salto che non c’è stato e chi almeno a livello di esperienza dovrebbe dare quel dippiù che segna la differenza (qualsiasi riferimento a Ramsey non è puramente casuale), se tutti mancano all’appuntamento e il più in palla, Chiesa, è out, l’1-1 è risultato perfino scontato. E, soprattutto, per nulla giustificabile con l’antijuventinite che storicamente assale tutto l’ambiente fiorentino, tale da azzerare i 32 punti di differenza in classifica e prenderne 4 su 6 tra andata e ritorno di questo campionato. Più facile, insomma, che i bianconeri si qualifichino alla Champions oppure che i toscani scaccino l’incubo B? La classifica parla chiaro: oggi Milan e Napoli possono rispettivamente riallungare su Pirlo e agganciarlo, mentre l’Atalanta non molla. Ognuno tragga le proprie conclusioni.
IRRITANTE. Risulta difficile concedere un residuo di fiducia a una squadra bolsa, perfino irritante in un primo tempo giocato come se, sfumato lo scudetto, i punti non contassero più. Una Juve senza cattiveria e motivazioni, a passeggio se ci si concentra sulla prestazione di alcuni interpreti che a Torino non sono arrivati ieri e che sarebbero chiamati a dare una svolta anche alla loro carriera. Il deficit pagato dai bianconeri a centrocampo non è una novità, lo è solo se rapportato al livello degli avversari: quest’anno a Firenze nessuno ha risparmiato critiche ai vari Amrabat (copia stinta dell’Amrabat di Verona), Pulgar, Castrovilli senza dimenticare che sugli esterni ci si attendeva che Cuadrado e Alex Sandro prendessero d’infilata Venuti e Igor, quest’ultimo al rientro da un infortunio.
CR7. Pare evidente come Pirlo abbia fatto tremare le mura del Franchi nell’intervallo, considerato il totale ribaltamento dello sbilancio iniziale, con la Fiorentina pur orfana di Bonaventura, però avanti solamente di un gol e la Juve che nel conto delle occasioni può anche rivendicare di aver rischiato di vincere. Già, se solo Ramsey imbeccato da Bentancur su intuizione di Dybala non avesse fatto di tutto per non centrare la porta di Dragowski. O se Ronaldo, replicando il mancato colpo di testa contro il Napoli, non avesse fatto in modo che il pallone gli spettinasse la fronte.
PIU’ FAME. Bentancur e Rabiot sono stati “mangiati” da chi aveva più fame di loro, per una Fiorentina pronta a compattarsi e ripartire confidando nella vena da Champions del 38enne Ribéry e nelle motivazioni uniche di un 2000 tenace come Vlahovic, strepitoso sia nella difesa del pallone sia nel fare il suo mestiere di bomber. Rabiot, forse accecato da qualcosa, stoppava con il braccio nella propria area e il serbo beffava Szczesny scucchiaiando il pallone. Ma questa è una Juve senza testa né gambe.
Di
Redazione LaViola.it