News

Tuttosport: ‘Il mercato di Cairo fa viola i granata’. Distanziamento sociale dalla vittoria

Published on

L’amara analisi del quotidiano di Torino dopo la sconfitta dei granata al Franchi. La squadra di Giampaolo è indietro, la Fiorentina ha invece una sua logica

Il Toro è bravissimo a mantenere il distanziamento sociale: ma dalla vittoria, che al Franchi non quaglia maledettamente da 44 anni, ormai. Ma stiamo parlando del Torino di Giampaolo o di quello di Cairo? Il tecnico non merita di essere subito preso a pallonate, nei giudizi: ha avuto poco tempo per indottrinare la squadra nella sua rivoluzione tattica e caratteriale, non gli hanno dato una rosa all’altezza, gli mancano un regista e un trequartista, ma anche un attaccante degno per far coppia col Gallo (e stiamo parlando solo dei titolari, non delle riserve). Significa la struttura di una squadra, trequarti di colonna dorsale, la benzina e il motore per una macchina, il piedistallo di qualsiasi monumento. Così scrive Tuttosport.

APPLAUSI VIOLA. E’ il Toro di Cairo che si squaglia, qui. Siamo alle solite. Come tutti o quasi i mercati estivi. Tertium non datur. Perché se Giampaolo ha delle responsabilità, queste sono tutte ereditate, subite, combattute con gli archi e le frecce, non con una contraerea all’altezza. Gli applausi ai viola, ora. E a Iachini. Per il secondo tempo, però: nei primi 45’ abbiamo visto pochino dalle parti di Ribery, Castrovilli, Bonaventura e Chiesa, a parte quella forza della natura che è Kouame sulle palle alte (e Sirigu ancora una volta ha piazzato un paio di miracoli davvero da santificare: e dire che Cairo aveva fatto di tutto nei mesi scorsi per fargli passare la voglia di restare).

RIPRESA. Iachini è riuscito a scatenare i suoi nell’intervallo. Sapeva (o ha intuito) che questo Toro lacunoso sarebbe man mano evaporato, strada facendo: sul piano atletico, con un allegato crollo della personalità. E così è esattamente successo. Nella ripresa la Viola ha cominciato a tambureggiare, pur senza strafare. Sempre lì, protesa nella metà campo granata. Bonaventura, Biraghi (già encomiabile fin dall’inizio per la qualità di affondi e cross dalla fascia) e compagnia operante hanno man mano alzato l’asticella del pressing, della vocazione offensiva, della corsa. Hanno messo alle corde, hanno spinto all’angolo il Toro. E infine, dai e dai, hanno trovato il varco per il pugno in pieno volto, al 33’: Chiesa si è bevuto Ansaldi sulla corsia, l’ha messa bene in mezzo e sul secondo palo Izzo (ipotetico terzino destro non di ruolo) si è addormentato sul posto. Castrovilli l’ha spinta dentro, e addio Toro. 

I LIMITI DEL TORO. L’anzianotto Ansaldi, lo sbalestrato Izzo. Poi Rincon, mediano frangiflutti a cui si chiede per forza di fare il Torreira. L’opaco Meité. Il leggerino Berenguer, sulla trequarti. E il disastroso Zaza, come quasi sempre: pure un gol divorato, sbagliando un passaggio semplice a Belotti, solo davanti al portiere, al termine di un contropiede favorito da una rara sciocchezzza di Ribéry in retropassaggio (l’unica azione granata nella ripresa, prima della pera subita). Cantava Sordi, decenni fa: ma ‘ndo vai se la banana non ce l’hai? Appunto. Sono rimaste le bucce e poca polpa di qualità e sostanza, a Giampaolo: Belotti, Sirigu. E un intelligente e volitivo Linetty, all’esordio in granata. E c’è da preoccuparsi anche per il clamoroso calo atletico della ripresa: esattamente lo specchio deformante della stagione scorsa. E ora arriverà l’Atalanta, a Torino: un monstrum di aggressività e corsa. Rimangono, di positivo, l’ordine, la saggezza tattica, la compattezza e la ricerca del gioco della prima frazione: culminata in una splendida azione corale che ha portato Berenguer a un passo dalla rete. 

DA TORINO A FIRENZE. Ma per tutto il resto c’è Mastercard, caro Cairo: il mercato, ça va sans dire. Chiudiamo di nuovo con la Viola, alla millesima vittoria della sua storia. C’è logica in tutto: dai piani di Commisso tra strutture sportive e trattative portate a termine («la rosa è fatta al 95, 98%», ha sentenziato Iachini) fino al lavoro del tecnico (confermato: lui è già a metà percorso, a differenza di Giampaolo). I tifosi viola coltivano speranze. Quelli granata devono sempre rodersi il fegato, con Cairo. 

15 Comments

Popular Posts

Exit mobile version