Rassegna Stampa
Tutto sembrava portare a uno 0-0, poi la beffa finale
Una sconfitta pesante probabilmente più per l’animo che per la classifica della Fiorentina
Sarà anche vero che superstizioni, cabale e maledizioni nel calcio non esistono ma certo, pensando alla partita di ieri, il dubbio viene, scrive il Corriere Fiorentino. Vale per la Fiorentina, che continua a perdere quando scende nella capitale per affrontare la Lazio e vale per Italiano che, contro Sarri, proprio non riesce a sorridere. Se poi la sconfitta arriva così, con un rigore al 95’, allora il pensiero che ci sia dietro qualche sacrilegio ti viene. Un k.o. (il secondo di fila dopo quello con l’Empoli) pesante probabilmente più per l’animo che per la classifica.
L’inizio è stato simile ad una partita a scacchi. Il confronto tra due squadre che volevano entrambe comandare anche a costo di rischiare qualcosa di troppo. Sia col pallone tra i piedi sia, viste linee difensive sempre alte, quando ad attaccare erano gli altri. Basta pensare ai due squilli di Beltran. Prima il (bellissimo) gol annullato per fallo di mano, poi il palo pieno colpito di testa. Equilibrio, grande pressione e, di conseguenza, tanti errori. E la chiave del match sembrava stare proprio lì. Nel riuscire a venir fuori dall’aggressione o, al contrario, riuscire a rubar palla sulla costruzione avversaria. Un match pari, per farla breve. Il confronto tra due squadre che avevano in testa sostanzialmente lo stesso piano e che, quindi, finivano per sbattere l’una sull’altra.
Stesso discorso, più o meno, nella ripresa. Anche se è stata più la Lazio, prima con Felipe Anderson e poi con Luis Alberto (due volte decisivo Terracciano) a rendersi pericolosa. Poca roba, in realtà, tanto che tutto sembrava filare liscio verso la fine. Poi il fallo di mano di Milenkovic, il rigore di Immobile, la maledizione dell’Olimpico biancoceleste che continua.