Editoriali

Tutto ruota attorno ad una (grande) domanda: è Kean il grande centravanti di cui parlava Pradè?

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La Fiorentina prende Moise Kean. Ma è lui il grande centravanti di cui parlava Daniele Pradè in conferenza stampa?

Siamo/siete sicuri che sia Kean il grande centravanti di cui parlava Daniele Pradè in conferenza stampa? Molto, se non tutto, ruota attorno a questo interrogativo. Ci sono due aspetti da considerare, come sempre quando si parla di calciomercato: quello economico e quello tecnico/sportivo.

SOLDI. Se si guarda ai costi, Kean potrebbe essere un ottimo investimento. Sarà viola per circa 18 milioni di euro complessivi tra parte fissa e bonus. L’ingaggio sarà sui 2,2 milioni netti per 5 anni. Ha già giocato in club di prima fascia, come Juventus, Psg ed Everton. A gennaio era praticamente passato all’Atletico Madrid, operazione che saltò all’ultimo momento perché Kean era alle prese con un problema alla tibia che portò i colchoneros a cambiare idea. E’ un classe 2000, per cui ha ancora la possibilità di rilanciarsi per tornare ad ambire a club di primissima fascia. In poche parole, per la Fiorentina potrebbe essere un calciatore da rivendere a cifre importanti. Se si guarda alle cifre con cui Kean si è trasferito negli anni, nel 2019 passò all’Everton per 27,5 milioni di euro più bonus, mentre nel 2021 tornò in bianconero in prestito biennale con obbligo di riscatto fissato a 28 milioni di euro, esercitato nella stagione 2022/23. Quindi, meno di 2 anni fa, Kean valeva quasi il doppio di quanto spenderà la Fiorentina per il suo acquisto. Caso diverso sarebbe andare a spendere quasi 30 milioni per Sorloth, classe 1995 quindi  va per i 30 anni, che difficilmente vedrà il suo valore andare a salire. La filosofia di Rocco Commisso è sempre stata chiara su questo (la telenovela Berardi insegna, così come quella Sergio Olivera), piaccia o meno. Nel dubbio, per quanto oggi il cartellino di Berardi valga molto meno rispetto a quei famosi 30 milioni che già nel 2019 voleva il Sassuolo, l’esterno classe 1994 ha segnato 67 reti negli ultimi 5 anni di Serie A,  da unire a oltre 50 assist, a differenza di Ikoné che era molto più giovane ed è stato pagato la metà.  Inoltre  è quasi certo che il cartellino di Sorloth tra 5 anni non varrà molto più di qualche spicciolo, ma è più probabile che Sorloth, che oggi pagheresti quasi 30 milioni, segni 20 gol all’anno per i prossimi cinque anni piuttosto che Nzola, pagato la metà potesse o possa fare altrettanto.

CAMPO. Poi c’è l’aspetto tecnico: Kean arriva a Firenze dopo aver messo a referto 0 gol l’anno scorso, 7 in meno di Nzola e 4 in meno di Belotti (considerando anche le coppe). E qui veniamo all’altro macro tema: se Kean è stato preso come ‘sostituto’ di Nzola o Kouame, cioè o l’ala o la punta più o meno titolare, ma non  quel giocatore che potrebbe essere la cura al mal di goal della Viola, che dura ormai da anni,  è un conto. A questo  punto la Fiorentina dovrebbe andare a prendere un altro grande attaccante, è questo il piano che potremmo intuire? Allora questo darebbe tutt’altro senso all’arrivo di Kean. Come detto il nodo sta tutto qui. Sicuramente Kean ha dimostrato di avere doti importanti come nella difesa del pallone, nel fare reparto da solo e anche sotto porta (non l’anno scorso). Inoltre lo ha voluto Palladino che già lo voleva a Monza. Certo, riuscirà a disputare un’annata intera senza dover fare i conti con problemi fisici di varia natura? Il tutto tralasciando l’aspetto extracampo e caratteriale, di cui non si hanno certezze se non per ‘sentito dire’.

CORAGGIO. Tornando alla domanda di partenza, che Kean sia o meno il grande attaccante di cui parlava il ds viola pochi giorni fa ad oggi non è ancora dato saperlo. Una cosa è certa: se già Pradè aveva mostrato un certo coraggio nel parlare di ‘forte ambizione’ e ‘grande centravanti’, potremmo dire che ne avrebbe mostrato ancor di più se davvero le forti ambizioni fossero state affidate tutte su Kean, giocatore reduce da 0 gol l’anno scorso in 666’ e preso dalla Juventus (che magari a qualcuno potrà non proprio far fare salti di gioia). La storia recente dei numeri nove scelti dalla Fiorentina, di conseguenza anche da Pradé, induce ad avere più di qualche dubbio. Chissà che con Kean non possa cambiare la musica.

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