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Tutto in 10 giorni: da Benassi a Simeone-Pezzella, fino a Kalinic. E al rinnovo di Corvino

Tutto in dieci giorni. Il 9 agosto scorso, a pensarci, sembra così lontano in ottica Fiorentina. Un allenatore che, pur con molta molta calma, invocava (giustamente) acquisti per formare la sua squadra, un mercato fortemente deficitario, tanti dubbi e tante caselle da riempire. Era il 9 agosto, quando in tarda mattinata un fulmine a ciel sereno squarciò la fastidiosa apatia di Firenze: “La Fiorentina ha preso Marco Benassi dal Torino”. Quasi all’improvviso, un giocatore italiano, giovane, capitano dell’Under 21 e anche granata. Uno cuore e corsa, un acquisto in doppia cifra (10 milioni più 3 di bonus). Poche ore dopo, fine della telenovela Eysseric: preso anche il francese, per circa 4 milioni di euro. Dopo un lungo tira e molla con il Nizza. Due colpi in un giorno, cosa fortemente sopra la media rispetto alla lentissima estate viola.

Pioli aspettava la ‘settimana giusta’ per sbloccare il mercato, ed avere quindi a disposizione una bozza di squadra su cui lavorare. Lo disse a Moena, lo ribadì in Germania. È arrivata, la ‘settimana giusta’, poco prima di Ferragosto. Dieci giorni di fuoco, in cui in casa Fiorentina è cambiato tutto. Jesé Rodriguez sembrava preso, poi il no del giocatore: ecco quindi il blitz per Gil Dias, che per Ferragosto era già a Firenze per visite e primo allenamento. Un esterno tutto da scoprire, una scommessa. Ma comunque lo scorso anno in Portogallo ha fatto vedere dei numeri. Il giocatore è arrivato in prestito biennale, con diritto di riscatto a 20 milioni.

Quindi Biraghi: altra operazione nata e chiusa a Ferragosto, come dichiarato dai diretti interessati trattativa durata poche ore. No a Strinic, Antonelli e Stafylidis (con qualche rifiuto da parte dei diretti interessati), ecco il terzino sinistro che numericamente mancava. Prestito da 500 mila euro, obbligo di riscatto a 2 milioni. Il giorno dopo, 16 agosto, è stato poi tempo di Giovanni Simeone: trattativa impostata da tempo, e definita proprio a cavallo di Ferragosto. L’arrivo a Firenze del Cholito, le visite e i primi allenamenti con Pioli, tanto che giocherà subito a Milano (vedremo se dal 1′). L’argentino, 3° giocatore più pagato nell’Era Della Valle, arriva per 15 milioni più 3 di bonus: altro acquisto in doppia cifra, ma affare che ci sta nell’estate delle pesanti cessioni e delle grandi plusvalenze (da Bernardeschi a Vecino, fino a Kalinic). Soprattutto, giocatore che ha riacceso un po’ le fantasie di molti tifosi molto delusi da mesi e mesi di torpore.

I ‘dieci giorni del Corvo’ si chiudono con l’arrivo a Firenze di German Pezzella: affare chiuso giovedì 17 agosto, visite e ufficialità il giorno successivo (prestito con diritto di riscatto a 10 milioni). Ultimi giorni frenetici e scoppiettanti, rispetto a mesi di cessioni, ‘semina’ e pochi inserimenti, con tempistiche molto allungate per l’arrivo di nuovi acquisti. E le difficoltà, per questo, nel lavoro verso il primo impegno ufficiale a Milano. Ora la squadra è pressoché fatta, almeno numericamente, con gli ultimi dieci giorni di mercato a valutare qualche opportunità, con diversi soldi ancora in cassa (circa 20 milioni, in attesa di Kalinic). In tutto questo, chiuso anche il caso Milan Badelj: il croato rimarrà, sarà uno dei pilastri di Pioli. Come un nuovo acquisto, in effetti.

E, soprattutto, definito l’ultimo caso in uscita, quello legato all’altro croato, ex numero 9. Kalinic chiude la sua storia viola a colpi di certificati, allenamenti e ritiri mancati, fughe in Croazia: andrà al Milan, mentre alla Fiorentina 25 milioni che verranno incassati da qui ad un anno (tra prestito e obbligo di riscatto). A chiusura del cerchio, e dei dieci giorni di fuoco, il rinnovo di Corvino ‘almeno’ fino al 2020. Un segnale chiaro da parte della proprietà, che resta ancora ufficialmente da parte e affida la conduzione del ‘comparto sportivo’ al dg di Vernole. Con “soddisfazione” per l’operato in questi quattordici mesi di ritorno a Firenze. Il famoso ‘buco di bilancio’ da ripianare, un gruppo da rifondare, soprattutto da ringiovanire. E poi rientrare nei costi, il monte ingaggi e tornare a puntare su giovani di prospettiva, da far crescere a Firenze. Il taglio è stato netto, chiusa a doppia mandata la porta sul passato. Ora serve lavorare sul campo, con Pioli il ‘Normal One’. Tante scommesse, tanti giovani, e quindi tante incognite. Serve pazienza, vero, poi anche i risultati. Per riportare serenità e quel pizzico di entusiasmo che manca da un po’ di tempo.

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