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Tutti per Astori, l’ultimo abbraccio e la fatica di ricominciare

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Come riporta La Repubblica Firenze, e così oggi la nostra grande famiglia si ritroverà riunita nella sua casa, lo stadio Franchi. Nessuno adesso può immaginare cosa sentirà dentro, come vivrà questa emozione che sarà violenta, diversa da sempre, impossibile da definire. Lo stadio sarà pieno, nessuno vuole mancare. Dopo le celebrazioni ufficiali, la camera ardente e il funerale in Santa Croce, Firenze saluterà il capitano nel tempio dedicato al suo mondo. Ci saranno i compagni, costretti a ricominciare, a tornare a vivere come se tutto fosse come prima, consapevoli che mai potrà essere così. Ci saranno i Della Valle, forse i genitori di Davide, i suoi fratelli e la sua compagna Francesca. Ci saranno lacrime e applausi, ci sarà il silenzio e le mani si stringeranno forte l’un l’altra. Ci saranno Firenze e la Fiorentina.

La partita col Benevento sarà solo un piccolo dettaglio sommerso dall’onda emozionale. Saremo lì per dare coraggio a chi ne ha bisogno. Alla famiglia di Davide, ai suoi compagni di spogliatoio, a un allenatore che non riesce a nascondere il suo desiderio di piangere, a una società che nel dramma ritrova l’amore della città. Perchè oggi vivremo lo snodo inevitabile, quel luogo immaginario dove si incrociano l’emozione e la realtà. “The show must go on”, dice una vecchia regola dello spettacolo. Ma non è cinismo, è solo la vita. Quello che conta, da oggi in poi, sarà costruire ogni piccolo pezzo del nostro futuro insieme al pensiero per un ragazzo che che quel mondo lo viveva con passione, realismo, ironia e dedizione in purezza. Inutile chiedersi come sarà possibile ricominciare. Non esiste una strada segnata, le variabili sono troppe. Compresi dei passaggi obbligati che generano energia da consumare in fretta per poi lasciare senza forze, mentali e fisiche, perchè queste dipendono una dall’altra.

Per fortuna, questa è una stagione in cui il risultato sportivo sembra non essere in gioco. C’è il tempo di sbagliare, di soffrire, e ancora di piangere.
Ogni gruppo ha le sue regole, e quello costruito da Pioli, proprio con l’aiuto di Davide, è un team compatto fatto di gente che smania per crescere, tra errori e lampi di gioia. Quella gioia che un lutto ha travolto e fatto a pezzi e che piano piano la Fiorentina dovrà cercare sull’erba dei campi di calcio sui quali giocherà a calcio, prima di chiudere questa stagione maledetta. Solo il tempo curerà questa ferita profonda, e la consapevolezza che qualcosa è cambiato darà una mano a tutti per trasformare il dolore in gratitudine e la gratitudine in una nuova storia fatta di gol e di abbracci, di cori e di sogni. Di sicuro la Firenze del calcio non sarà più la stessa.
Certo, torneremo a discutere di questo e di quello, di come sia possibile migliorare la squadra, di chi convince e chi no. Ma è il tono che dovrà cambiare per dare un senso a questo passaggio doloroso condiviso da tutti. Da oggi ricominciamo a immaginare il nostro futuro: lo faremo dopo le lacrime, riuniti nella nostra casa dal capitano che non è più con noi. Lo faremo perchè è giusto così e per fare forza ai genitori, ai fratelli, a Francesca e alla piccola Vittoria, che un giorno riguarderà le immagini di questa domenica dedicata anche a lei.
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