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Editoriali

Tutte le ‘grane’ di una rifondazione ‘fortemente ambiziosa’. Sfida epocale per la Fiorentina

Ferrari, Palladino e Pradè

L’obiettivo della Fiorentina per la prossima stagione è in linea con quello delle precedenti, ovvero fare meglio. Ci sarà tanto lavoro da fare

La riposta è stata piuttosto chiara: “Siamo fortemente ambiziosi”. Ognuno, poi, la può interpretare come meglio crede. L’obiettivo della Fiorentina per la prossima stagione è in linea con quello delle precedenti, ovvero fare meglio, per quanto sia stato detto in maniera comunicativamente più intrigante.

RIFONDAZIONE. C’è un solo problema: questa rosa è da rifondare, con tutte le incognite che uno stravolgimento porta con sé. L’estate scorsa la Fiorentina sapeva da cosa sarebbe ripartita: da un tecnico che aveva portato la squadra in due finali e sfiorato due trofei (con i suoi limiti e difetti); da una rosa di cui si conoscevano punti forti e deboli; era stato fatto mercato cedendo pedine che non avevano fatto granché (Igor, Terzic, Amrabat, Cabral); c’era la forte speranza che con gli innesti fatti la Fiorentina potesse migliorare, invece è rimasta allo stesso livello. Quest’anno si è capito che alcuni giocatori più di quello che avevano fatto due anni fa e hanno rifatto quest’anno non possono fare. In più molti andranno via a zero, altri torneranno da dov’erano arrivati in prestito, e alcuni giocatori su cui si era investito non hanno reso per quelle che erano le aspettative. In sostanza, sarà difficile rifondare senza cedere per far quadrare i conti. Quasi impossibile.

GAP. Far meglio dell’anno che si è appena concluso, inoltre, vorrà dire dover competere con due realtà che potranno contare sugli introiti della Champions League come Atalanta e Bologna, con un Napoli che con Conte si annuncia nuovamente tra le big del campionato, dovendo sperare che qualcuno tra Roma, Juventus, Lazio e Milan toppi la stagione. Insomma, missione tutt’altro che semplice. Il gap con alcuni club si è ulteriormente allargato, sia per quello che di buono è stato fatto altrove che per quello che alla Fiorentina non è riuscito di fare. Senza riaprire il dolente capitolo del mercato di gennaio, che però ha inciso e parecchio su quello che poteva essere in ottica futura, la missione estiva della società viola si annuncia una sfida ai limiti dell’epocale.

COSA SERVE. Servono un sacco di pedine per sperare di migliorare, e non è detto che ciò accada. Neppure se venissero investiti centinaia di milioni di euro sul mercato, cosa che comunque non è nei piani. Sia che Palladino decida di ripartire dalla difesa a tre o a quattro, infatti, serve almeno un centrale forte, in caso di difesa a tre due. In mezzo al campo è rimasto solamente Mandragora, per cui serviranno almeno 4-5 centrocampisti importanti, sempre che Bonaventura rimanga. Davanti servono almeno due centravanti, in caso di attacco a una punta o a due punte, visto che la seconda punta potrebbe farla Beltran. Poi c’è Nico, e di conseguenza tutti i discorsi sugli esterni d’attacco. Se la Fiorentina proseguisse con le ‘ali’, è impensabile ripartire da Sottil, Ikoné, Kouame (forse Brekalo e Sabiri di rientro), per cui servirebbero investimenti anche in quel settore del campo. Il tutto, come detto, al netto che parta o resti Nico, dalla cui cessione potrebbero entrare diversi milioni di euro (l’unico che potrebbe portare una cifra importante, oltre a Kayode che però ha ancora margini di crescita). In teoria servirebbe anche un portiere, visto che Christensen non ha neppure impensierito Terracciano.

AMBIZIONE. Tanto da fare, insomma. E farlo bene. Che sia Lucca, Retegui o Pinamonti il nove in entrata della Fiorentina, la partenza non sarebbe certamente di quelle col botto. Anzi. Ma l’estate è lunga, e ricca di cose che dovranno accadere. La fiducia scarseggia, dovrà essere brava la Fiorentina a riaccenderla. Non solo a parole, ma anche coi fatti.

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