C’è in gioco tutto. Credibilità, ambizione, futuro. In un mese la Fiorentina fa i conti con se stessa, con quello che è e, forse, anche con quello che vorrebbe essere. Mai come adesso il calcio dei Della Valle è stato in bilico sulla mediocrità. Senza certezze. Quelle che però verranno fuori strada facendo in questo febbraio che segna una linea precisa tra l’oggi e il domani, tra un ciclo che sembra finito e uno che sta per ricominciare.
Un nuovo allenatore, i giovani e un profilo più basso, con il rischio di rimanere ai margini dell’Europa. Si decide tutto adesso. Dal Pescara (stasera) al Torino (27 febbraio) la Fiorentina ha la possibilità di ripartire o buttare via tutto, anticipando di tre mesi il turn over generazionale.
Una situazione difficile, in cui ogni passo falso è uno schiaffo all’orgoglio di una squadra che rischia di ritrovarsi fuori dai giochi troppo presto, e di far affogare nella malinconia gli ultimi mesi di pallone. Anche per Sousa sarebbe un addio triste. Ma il calcio è questo. E la Fiorentina anche.
Del resto la situazione è chiara. La squadra viola ha già fallito il primo (si può dire unico…) obiettivo stagionale, ossia arrivare in finale di Coppa Italia. Le restano il campionato, dove deve recuperare un bel po’ di punti, e l’Europa League, dove l’aspetta la doppia sfida con il Borussia. Roba tosta. Dentro o fuori, non c’è alternativa. E se vai fuori perdi un altro pezzo di te. Ma non è lì che la Fiorentina punta davvero.
Sì, ok, la coppe sono adrenalina e fanno stare bene i calciatori che si confrontano con il calcio europeo, ma la società viola sa bene che ripetere la stagione di Montella e quella finale sfiorata non sarà facile. E allora non rimane che giocarsi quel po’ di orgoglio che rimane dentro un campionato strano e complicato. Cinque partite in un mese per la Fiorentina, in mezzo anche le sfide con Roma e Milan.
Ci vuole una bella accelerata per rimettersi in corsa per l’Europa League, che al momento è sei punti più in là. Ma se il divario dovesse aumentare ancora, rimettere a posto la classifica potrebbe diventare un’impresa impossibile. Già, fra un mese la Fiorentina potrebbe essere fuori da tutto e ritrovarsi a fare i conti con scelte di gestione (e di budget) discutibili. Perdere l’Europa sarebbe un fallimento.
Prima di tutto per i Della Valle e la loro credibilità. E poi per Sousa, incapace di dare un gioco a questa squadra pur con tutti i limiti tecnici dei giocatori che ha a disposizione. Senza considerare che a giugno la Fiorentina sarà smontata quasi tutta. Gonzalo, Badelj, Ilicic e Kalinic, solo per fare dei nomi, se ne andranno. Sempre che non arrivi qualche bella offerta anche per gli altri. E poi i riscatti che non ci saranno, i prestiti che finiranno: insomma, una bella rivoluzione.
Intanto c’è da affrontare questo mese fitto di impegni, sette partite una dietro l’altra che metteranno a dura prova la Fiorentina, che oltretutto non ha nemmeno un organico adeguato per giocarsele tutte con la stessa qualità e intensità. A cominciare dalla sfida di oggi a Pescara. Un bel problema per Sousa, che al di là delle frasi fatte e dei sorrisi di facciata non sa come affrontare questo mese tutto di notte.
A parte la sfida di andata in Germania con il Borussia, in programma alle sette di sera, tutte le altre partite saranno in notturna. Un dettaglio, comunque. Perché quello che conta davvero è capire quanto vale la Fiorentina. Adesso, subito, perché poi non ci sarà più tempo.
Di
Redazione LaViola.it