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Perché quando decidi di abitare a una decina di metri da Ponte Vecchio, poco sotto Via de Bardi e Costa San Giorgio, decidi di immergerti e di goderti Firenze ogni giorno, nella sua bellezza quasi eterna. Perché quando vivi in prima persona le vicende di una società, dall’alfa all’omega calcistico, dalle notti europee al primato in classifica, dal rischio della retrocessione a un risultato sul campo revocato per Calciopoli, non solo fai parte di avventure, ma inevitabilmente ne resti marchiato per tutti i sentimenti che ti porti dietro. Perché quando indossi, per diversi anni, una fascia che rappresenta un giglio(al di là di quella regalata da Gerrard) sai benissimo di rappresentare un popolo, incontentabile, esigente, ma passionale come quello di Firenze. Manuel Pasqual è stato, è e sarà tutto questo: un calciatore apprezzato in campo e fuori, sempre pronto a metterci la faccia e la gamba, un giocatore capace di mettere d’accordo i tifosi viola.
Così Domenica, al di là delle solite dichiarazioni da professionisti, delle domande su presunte esultanze e senso di rispetto, per l’ex numero 23 viola sarà una gara speciale, particolare. Una partita contro un pezzo di vita, contro una maglia viola con cui si sarebbe visto tutta la carriera, contro compagni come Bernardeschi che affronterà sulla sua fascia e che ha visto crescere e affermarsi in prima squadra, che ha consigliato e spronato, o che ha indicato come suoi eredi, vedi Astori. E in un calcio freddo e razionale, forse, ci sarà ancora un piccolissimo spazio per le emozioni.
 
												
																					 
																					 
																					 
																					 
																					 
																					 
																					 
																					 
																					 
																							 
																							 
																							 
																							 
									 
									 
									 
									 
																	 
														
Di
Duccio Mazzoni