Editoriali

Troppa differenza tecnica. Ma con un attacco così sterile la strada è sempre più in salita. E la classifica porta verso la mediocrità

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Troppo divario tra le due squadre. Juve troppo più forte. Ma i gol sbagliati pesano come macigni. E ora la classifica porta verso la mediocrità

Se contro la Juventus non la butti dentro, paghi. E così è stato. Come già era stato a Bologna, e Frosinone. Solo che quando di fronte ti ritrovi una squadra così forte tecnicamente, che col minimo sforzo può dilagare, paghi e tanto. Perché Simeone continua il suo periodo nerissimo, e la fortuna non ha dato una mano. Perché se il missile di Benassi va dentro poteva cambiare tutto. Così come sul contrasto di Edimilson che ha messo il pallone in bocca a Szczesny.  E se manchi il colpo del ko quando la Juve sbaglia approccio, come è accaduto, o ad inizio ripresa, il finale è scritto.

Anche sulla tenuta difensiva serviva maggiore attenzione e cattiveria. Perché Bentancur è arrivato davanti a Lafont con troppa semplicità sul gol dello 0-1, e più volte Ronaldo o Dybala hanno saltato i difensori viola con imbarazzante facilità. Per non parlare del corner regalato da Biraghi da cui è nato il raddoppio nel momento migliore della ripresa per la Fiorentina. Il proverbiale coltello tra i denti, insomma, è rimasto negli spogliatoi.

Col minimo sforzo, invece, la Juventus porta via dal Franchi tre punti che lanciano la Fiorentina nella zona destra della classifica che è sinonimo di mediocrità. Quella alla quale ormai questo gruppo e le ultime prestazioni sembravano inevitabilmente poter portare.

La fiammella della contestazione, tra cori, e accenni di insulti alla proprietà, si è riaccesa. Inevitabile di fronte ad un declino che è ormai evidente e purtroppo costante. Perché fosse per la serataccia contro la Juve ancora ancora. Il problema vero è proprio la costanza con cui la Fiorentina commette gli stessi errori ed evidenzia gli stessi limiti.

E la gioventù non può più essere una scusa. Basta alibi. Il risultato è negativo e brutto. Ma creare 12-13 occasioni da gol, come giustamente sottolineato dal tecnico viola, e che vanno ad aggiungersi alle almeno 25-30 sprecate nelle ultime due gare precedenti, non è più un merito. Ma un limite. E gennaio è ancora lontano.

Per la prima volta lo stesso Pioli ha fatto intendere che qualcosa servirà sul mercato in attacco. Il doppio ingresso di Thereau tra Bologna e Juventus non è una bocciatura per Vlahovic ma poco ci manca. Così come forse non è reputato all’altezza anche Mirallas, visto che col ko di Pjaca Pioli ha preferito spostare Gerson alto piuttosto che inserire il belga.

Ancora c’è tempo, tuttavia, per tornare sulla retta via. Ma c’è anche tempo per peggiorare ulteriormente. Ed è proprio ciò che Pioli, la squadra e la società devono evitare. Perché Firenze non merita la mediocrità. E il rischio di finirci è dietro l’angolo.

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