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Tre gare prima dello ‘scontro diretto’ di Lecce: i fantasmi del passato e un tracollo da evitare

Iachini

Le voci su De Rossi (e non solo) nuovo allenatore e il rischio (concreto) di perdere il controllo della squadra. Con una salvezza tutta da conquistare

La Fiorentina vista contro il Sassuolo, obiettivamente, non se l’aspettava nessuno. Le fatiche delle partite ravvicinate, sì; una rosa non costruita per giocare ogni tre giorni, vero; un gioco e una vena offensiva che ormai non si vedono da mesi, ok; ma un tracollo così, dal punto di vista dell’atteggiamento e della tattica prima ancora che fisico e tecnico, non era preventivabile. E non è, soprattutto, accettabile. Specie dopo la prova orgogliosa di Roma contro la Lazio. Per di più, con De Zerbi che aveva lasciato fuori almeno 4 possibili titolari (tra cui Consigli e Berardi). Un campanello d’allarme che è suonato forte in viale Fanti, perché la salvezza resta tutta da conquistare.

FANTASMI DEL PASSATO. Prima della ripresa la Fiorentina era a +5 dal terz’ultimo posto, con 12 gare da giocare c’era l’impressione che sarebbero bastati un paio di risultati positivi, assolutamente nelle corde con un Ribery in più, per togliersi dalle sabbie mobili e vivere un finale di stagione all’insegna della spensieratezza. E volto al futuro. “Avremmo meritato 4 o 6 punti tra Brescia e Lazio”, aveva detto Iachini prima del Sassuolo. Concetto pure vero, ma dopo la prova di mercoledì al Franchi ormai dimenticato. Perché si è avuta l’impressione di una squadra rassegnata, nervosa, senza idee, in balia dell’avversario. Come quella del finale dell’anno scorso con Montella, insomma. E quella Fiorentina, tra l’altro, aveva 7 punti in più a questo punto della stagione. Ritornano i fantasmi del recente passato, perché la Viola vista col Sassuolo è una squadra che potenzialmente può perdere contro tutti e riuscire a vincere contro nessuno. Questo è ciò che si è visto, questo è il concetto che dovranno provare a ribaltare Chiesa e compagni da domani. “Tutti dicono che abbiamo una squadra piena di talenti”, ha sottolineato Pradè mercoledì post-sconfitta. Ma quel “ora pensiamo a fare punti, non al futuro o al mercato”, detto da Joe Barone per cercare di tenere unito l’ambiente, dimostra che magari qualcuno la testa non ce l’ha al 100% sulla Fiorentina.

SCONTRO DIRETTO’. Ora la Fiorentina, con 9 partite da giocare, ha 6 punti di vantaggio sul Lecce terz’ultimo, con Udinese e Torino che nel frattempo hanno appaiato i viola a quota 31. Certo, dietro non stanno proprio correndo in questa ripresa del campionato (non c’è per ora un Empoli che come l’anno scorso iniziò a far punti nelle ultime giornate), ma c’è una partita (e una data) che è presa come ‘spauracchio’: Lecce-Fiorentina, mercoledì 15 luglio. Quello che, per demeriti viola, è diventato un vero ‘scontro diretto’ in chiave salvezza. Mancano tre turni a quell’appuntamento: la Fiorentina sfiderà domani il Parma al Tardini (dove l’anno scorso perse su autogol di Gerson all’80’ alla penultima giornata, dovendosi giocare la salvezza al Franchi nello 0-0 con il Genoa), poi Cagliari e Verona in casa. Tre squadre che giocano bene e che, sulle ali della spensieratezza, sognano ancora un posto in Europa. Il Lecce, invece, giocherà oggi contro il Sassuolo a Reggio Emilia per poi ospitare la Lazio e far visita al Cagliari.

IACHINI E IL GRUPPO. Tre turni per provare ad aumentare il distacco di 6 punti e non arrivare alla sfida del Via del Mare a distanza ridotta dai salentini. E con l’acqua alla gola. Banale dire che una vittoria domani a Parma già darebbe una grossa mano per scacciare i nuvoloni dall’ambiente viola, che tra accordi con Ramadani in chiave mercato e voci sul prossimo allenatore viola (quelle sempre più concrete portano a De Rossi) non deve perdere di vista l’obiettivo primario. Il campo e la salvezza. Con un allenatore, Iachini, che deve dimostrare di avere ancora in mano un gruppo che nell’ultima uscita è parso arrendevole. Lasciando per strada quell’equilibrio, quella grinta e quella determinazione che pure aveva sempre contraddistinto la squadra dall’arrivo di Beppe. Non sarà facile, anche per l’allenatore, tenere alta la tensione sapendo già di vivere le ultime 9 partite sulla panchina viola. Sarà una sfida in più per un allenatore che ama Firenze ed era arrivato in viola con l’obiettivo primario di salvare la squadra. Ora c’è da evitare un pericolosissimo tracollo. E tornare, possibilmente, a vincere.

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