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Tratta di baby calciatori. Tre arresti, ma Fiorentina parte lesa. Nei guai Christian Kouamé

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Arresti e calcio nella bufera dopo la denuncia di un allenatore ivoriano (cacciato dalla Sestese) che aveva messo in dubbio l’affermazione di una donna connazionale («Sì, quel ragazzo è mio figlio») determinante per mettere sotto contratto un calciatore minorenne. Per risolvere la questione gli inquirenti sono ricorsi al dna. Risultato: la mamma è risultata fasulla e il successivo effetto domino ha portato l’inchiesta condotta dalla locale Procura(pm Lorenzo Gestri e Lorenzo Boscagli) a scovare molte altre irregolarità riguardo i giocatori in pectore. Sarebbero arrivati dall’Africa in Italia con documentazioni fittizie in modo da ottenere il permesso di soggiorno prima e poi il tesseramento in alcune società nella speranza di poterli rivendere a club più importanti. Il nome più in vista nelle indagini è quello di Paolo Toccafondi, amministratore delegato del Prato (Lega Pro). Per i magistrati, insieme col presidente della Sestese (club di Eccellenza toscana) Filippo Giusti, avrebbe messo in piedi «un vero e proprio sistema» per introdurre illegalmente calciatori minorenni, considerate delle promesse, dalla Costa d’Avorio e del Senegal.
Ieri la polizia ha svolto diverse perquisizioni e ha chiesto gli atti anche all’Inter, alla Fiorentina e al Cittadella. Le società in questione sono considerate parte lesa, mentre rischia la squalifica una giovane promessa: Christian Kouamé, venduto dal Prato al Cittadella per 400 mila euro. Proprio il club nerazzurro ha precisato di essere estraneo a ogni accusa e di aver consegnato agli inquirenti i contratti riguardanti Kouamé, preso in prestito con diritto di riscatto (poi non esercitato) dal febbraio al giugno 2016. Anche la Fiorentina in una nota specifica di aver avuto richieste di accesso atti da parte della polizia, ma non ci sarebbero nell’inchiesta giocatori messi sotto contratto dai viola. C’era stato solo un interessamento nei confronti di Kouamé, ma poi la trattativa non arrivò mai a conclusione. Ecco perché la società attende tranquilla l’esito delle indagini. Questa la ricostruzione della Gazzetta Dello Sport.

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