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Rassegna Stampa

‘Trappola’ tagli, club e giocatori in un labirinto: le possibili vie d’uscita

Pradè Barone Fiorentina

Le società stanno trattando con i giocatori per alleggerire i bilanci di questa stagione. Ma tra prestiti e scadenze non è facile.

Ltrattative per i tagli degli stipendi, da portare avanti con lo spogliatoio o addirittura con i singoli giocatori grazie alla sponda del procuratore di turno (qualche dirigente ha già fatto un giro di chiamate “esplorative” con gli agenti che lavorano con i calciatori più rappresentativi), le varie società le hanno già iniziate più o meno tutte. Chi in modo diretto, coinvolgendo già la “commissione sindacale” della squadra, chi raccogliendo l’orientamento del capitano e degli altri due-tre giocatori più rappresentativi. A breve però bisognerà passare dalle chiacchiere ai fatti ovvero a mettere nero su bianco le decurtazioni. Lo chiedono i bilanci e la scarsa liquidità con la quale i club stanno facendo i conti, scrive Il Corriere dello Sport.

ACCORDI. Arrivare al traguardo, ovvero a un risparmio importante, non sarà facile. La Juventus ha bruciato tutti sul tempo perché non aveva né prestiti né giocatori in scadenza (rinnovati gli accordi con Matuidi, Chiellini e Buffon). Ieri il Brescia ha annunciato l’accordo con i suoi calciatori, la Roma ha trovato un’intesa. Le altre hanno tutte trappole con cui fare i conti.

SPALMARE COME LA JUVE. E’ la soluzione più facile, ma chiaramente è attuabile solo da chi non ha prestiti e giocatori in scadenza. O comunque può essere messa in pratica da ogni squadra solo ai contratti pluriennali in essere. In cosa consiste? A parte il taglio in sé (una o due mensilità, se si riprenderà a giocare) ci può essere la richiesta di trasferire una parte degli ingaggi di questo finale di stagione dal bilancio 2019-20 a quello del 2020-21. Nel breve periodo il vantaggio è notevole perché può portare a non ricapitalizzare, fermo restando che il problema magari si ripresenterà in futuro.

RINNOVO. Un’altra soluzione è quella di prendere la cifra che non viene pagata in questo 2019-20, aggiungere qualcosa e allungare di un anno il vincolo contrattuale. Questa idea, che a molti calciatori piace parecchio, consentirebbe alle società di abbassare gli ammortamenti e al tempo stesso offrirebbe garanzie per il futuro a quei giocatori che si trovano bene dove stanno. Difficile per chiunque, di questi tempi, dire di no a un anno in più di contratto.

INCENTIVO E RISOLUZIONE. Per i calciatori che non hanno un contratto pluriennale, ma in scadenza al 30 giugno (o a fine stagione dopo le disposizioni della Fifa), il discorso è più complicato. Loro in teoria potrebbero accettare il taglio (difficile), ma sicuramente non possono spalmare eventuali mesi “scontati” di questo finale di stagione sul 2020-21. Che soluzione potrebbero proporre i presidenti se si trovassero costretti a risparmiare a ogni costo? La risoluzione del contratto immediata con incentivo all’esodo. Potrebbero accordarsi con il giocatore in questione per interrompere in anticipo il rapporto, non schierarlo più alla ripresa del campionato e corrispondergli l’incentivo all’esodo (una cifra da loro pattuita) da versare in futuro, ipotizziamo a settembre, in modo che sia caricato sul bilancio 2020-21. 

CAOS PRESTITI. E con i giocatori in prestito? In questo caso i margini di manovra sono davvero ridotti. In teoria potrebbe intercorrere un accordo con la società che ha prestato il calciatore, una richiesta di “inserire” le mensilità non corrisposte quest’anno sull’annata successiva, ma si tratta di un’intesa non facile, anche se il problema coinvolge tutta la Serie A.

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