L’ex portiere e dirigente della Fiorentina parla della sua tragedia, in parallelo a quella che ha distrutto la famiglia Sala
La notizia della morte del padre di Emiliano Sala, nella giornata di ieri, ha scosso il mondo del calcio. Papà Horacio non ha retto alla tragedia che ha colpito il figlio. Sulle pagine de La Nazione in edicola stamani troviamo una bella intervista di Giovanni Galli, colpito dalla stessa tragedia nel febbraio del 2001. «Mando un grande abbraccio alla famiglia. Il cuore non gli ha retto? Può succedere perché ci sono momenti, specialmente il primo anno, in cui ti sembra di non farcela. Poi il dolore resta, impari a conviverci». Come ha fatto? «Con la fede, con la forza della nostra famiglia unita e soprattutto con una certezza. Quella che un giorno rivedrò Niccolò e ci racconteremo tutto». (…)
Cosa ricorda di quel giorno? «Ero a Firenze quando mi chiamarono per dirmi che Niccolò aveva avuto un incidente. Prima ci dissero niente di grave, poi che era in ospedale, poi in sala operatoria… Poi il telefono diventò muto. A un certo punto, mentre ero in autostrada, vidi le luci di Bologna e capii. Dissi ad Anna: «Prepariamoci al peggio». Lei poi mi raccontò che quel giorno, prima di sapere dell’incidente aveva sentito un dolore enorme, dentro, nell’anima. All’improvviso». Dopo la tragedia avete fatto tanta beneficenza. «Facevamo tanta solidarietà anche prima. Poi, con la Fondazione, l’impegno è aumentato». Pensa ogni giorno a Niccolò? «In ogni momento. Pensi che quando vado a vedere le partite spero sempre di incontrarlo. E ogni notte lo vorrei sognare». Le capita spesso? «L’ultima volta un paio di anni fa. Fu meraviglioso. Lui arrivava in macchina, apriva la porta e mi abbracciava. L’ho toccato. Quell’abbraccio era vero». La morte di suo figlio, quella di Astori, infine quella di Sala. I calciatori sembrano eterni, eppure… Ci ha mai pensato? «Sì. So che Emiliano non vedeva l’ora di vedere la fidanzata, il cane. Mi ha toccato molto la sua storia. E poi mi dica: cosa le viene in mente se pensa al viso di Astori?». Un uomo gentile e leale. «Vede. Il Signore prende sempre le persone migliori».
Di
Redazione LaViola.it