
C’è chi esulta per la vittoria ritrovata, e chi storce il naso per la sofferenza e la prestazione dell’ultima mezz’ora contro l’Udinese. Resta il fatto che i tre punti muovono la classifica della Fiorentina, e che si tratta di “vittoria importante” per il percorso di crescita dei viola. Ne è convinto Stefano Pioli, che dopo aver rivissuto qualche fantasma del finale contro l’Atalanta (con i nerazzurri comunque ben più determinati dei friulani nel pressing offensivo) tira un sospiro di sollievo. E soprattutto una linea netta per provare a ripartire dopo il brutto ko di Verona e la lunga sosta ricca di critiche.
“Dobbiamo abituarci a stringere i denti, sono quasi più felice di aver vinto 2-1 che 3-0”, ha commentato con una mezza battuta il tecnico viola. Sì, sarà un campionato di sofferenza, per le caratteristiche della squadra e per la concorrenza nella parte medio-alta di classifica. Dove la Fiorentina vuole puntare a stare. Anche se, ad oggi, difficile parlare di Europa, per una squadra ancora discontinua e non attrezzata (forse) per giocarsela con Samp, Torino, Milan e Atalanta.
Una squadra che deve ancora imparare a restare unita e in partita per 90′, a gestire le gare anche dopo il vantaggio. In cinque partite su otto la Fiorentina si è infatti ritrovata avanti nel punteggio, ma solo a Verona con l’Hellas poi non ha subito gol dagli avversari. Nelle altre occasioni i viola si sono fatti rimontare (contro Atalanta, Chievo e contro il Bologna con il momentaneo pari di Palacio) o hanno concesso agli avversari di riaprire la partita (come contro l’Udinese). Certo è che questo ciclo di partite potrà dire qualcosa sui reali obiettivi viola: un esame dopo l’altro, tra Benevento (fuori), Torino (casa) e Crotone (fuori), prima della Roma (casa). A -4 dal 6° posto e +5 dalla terz’ultima, la Fiorentina ha intanto mosso la classifica rimanendo comunque nel limbo.
Intanto, Pioli continua a lavorare per trovare la giusta identità alla sua Fiorentina. A livello tattico e non solo. Mentalità, intensità, idee di gioco: ottima prima ora contro la squadra di Delneri, sulla base di un 4-3-3 che si era intravisto anche contro Juve ed Inter. Un sistema di gioco ‘atipico’, con Thereau esterno non puro ma ‘alla Mandzukic’, tra fisicità e capacità di accentrarsi e giocare praticamente a tutto campo. Sugli scudi, agevolato dal poco filtro friulano, il centrocampo viola, schierato a tre: Badelj metronomo e geometra del gioco viola, oltre agli 8 importanti palloni recuperati; Veretout ha dimostrato di avere le caratteristiche giuste per fare anche la mezz’ala, tra corsa, potenza e determinazione; infine Benassi, di nuovo in luce tra una condizione fisica in crescendo e una posizione finalmente a lui naturale (“oggi ho giocato nel ruolo di mezz’ala, dove sono sempre stato”, ha confermato l’ex Toro).
In corso d’opera, poi, Pioli ha varato la difesa a tre (o a cinque) con l’inserimento di Vitor Hugo. Prima una sorta di 5-4-1 (o 3-4-2-1, a 15′ dal termine), poi un 3-5-1-1. Al di là dei numeri, che come dicono in molti ‘contano il giusto’, resta l’idea della difesa a tre. Un concetto difensivo che ritorna, per proteggere il risultato visti gli inserimenti offensivi di Delneri (Matos e Perica), dopo l’esperimento contro il Bologna. Un’impostazione che potrà ritornare anche in futuro, come confermò qualche settimana fa Pioli, magari per dare spazio anche a quel Milenkovic tanto elogiato da tutti ma ancora senza minutaggio.
Extra-campo, invece, sono giorni in cui si è tornati a parlare con forza dei Della Valle e della questione stadio. Saranno, in un verso o nell’altro, due mesi e mezzo decisivi per il futuro della Fiorentina e di Firenze. Entro il 31 dicembre, infatti, è atteso a Palazzo Vecchio il progetto esecutivo per il nuovo stadio da parte della Fiorentina, e anche di recente è stato ribadito l’impegno dei viola. Il Comune, da parte sua, dopo la visita di Nardella e Vannucci a Casette d’Ete, attende a breve novità sulla VIA (Valutazione d’Impatto Ambientale) per quanto riguarda la pista aeroportuale, e ha confermato l’avanzare dei lavori per la variante urbanistica di Castello, per lo spostamento dei mercati generali dall’area Mercafir. Tasselli che dovranno incastrarsi, si spera, nel quadrante nord-ovest di Firenze.
Il tutto, evidentemente, coinvolge la permanenza (o meno) dei Della Valle alla guida della Fiorentina. Tra incontri ‘mordi e fuggi’ di Diego (che comunque certifica un rinnovato ravvicinamento del proprietario viola alla squadra) e possibili nuovi acquirenti (come fatto intendere dal sindaco Nardella, la Fiorentina avrebbe un certo appeal soprattutto nei confronti di investitori stranieri), resta ufficiale il comunicato di fine giugno sulla messa in vendita della società. In attesa, magari, di un ritorno a Firenze anche di Andrea Della Valle, e soprattutto di un confronto reale con la città sui programmi futuri.

Di
Marco Pecorini