Un avversario da non sottovalutare. Per non ritrovarsi a dover affrontare brutti scherzi. Una vigilia europea che porta la Fiorentina ad un primo snodo della stagione: vincere contro lo Slovan Liberec per ipotecare il passaggio ai sedicesimi di Europa League. Come primi del girone, per di più. Un aspetto non da poco, soprattutto guardando ad un anno fa: due gare ‘cileccate’ contro Basilea e Lech Poznan, in casa, secondo posto rincorso con affanno e sorteggio che accoppiò i viola con il Tottenham. Ecco perché domani, al Franchi, serve chiudere i conti.
E dare continuità ad un percorso di crescita dimostrato nelle ultime gare. Conoscono bene l’importanza di tutto questo Paulo Sousa e Gonzalo Rodriguez, che nella conferenza di oggi hanno lanciato il messaggio: non sottovalutare lo Slovan Liberec. Squadra non eccezionale, anzi. Ma che se non affrontata nel migliore dei modi rischia di restare indigesta. Come dimostrato nel secondo tempo in Repubblica Ceca, due settimane fa.
Tra sogni e realtà, tra parole (forse) mal interpretate e un “mala fede” buttato lì, da Paulo Sousa, sul rapporto con la stampa. “Tutti uniti”, dice il portoghese. Stesso messaggio della proprietà. Quel che è certo è che la situazione, che allargando il discorso va avanti da qualche mese, non è proprio l’ideale per squadra. Ma la realtà, appunto, è adesso. E riguarda il campo, riguarda l’atteggiamento da adottare contro lo Slovan Liberec. Una ‘piccola’, che arriva al Franchi dopo Crotone e Atalanta. E allora anche qui serve la svolta: dimostrare di saper vincere, anche e soprattutto quando i tre punti sono l’unico risultato possibile.
“Non è facile giocare e vincere in Europa”, ha detto Gonzalo. “Se non siamo al massimo di intensità mentale, soffriamo. Domani giocherà la miglior formazione possibile”, ha spiegato Sousa, memore della flessione della squadra nella gara di Liberec. Ecco perché il dubbio, sul numero di cambi che il portoghese farà rispetto a Bologna, rimane. Il momento è delicato, fare un passo indietro adesso sarebbe pericoloso. Dare fiducia a chi ha giocato meno ultimamente, o confermare chi ha dato delle certezze nelle ultime settimane? Questo il dubbio, anche se il tutto può trovare risposta nella testa. Dell’allenatore e dei giocatori. Perché l’aspetto fondamentale sarà avere ‘fame’, avere in campo giocatori motivati, “con alta intensità”. E proprio su questo, sulla capacità di Sousa di trasmettere voglia e rabbia alla squadra, si gioca gran parte della partita. Nel presente e nel futuro. Domani, intanto, snodo importante. Tra i sogni (per il momento messi nel cassetto) e la realtà che si chiama Slovan Liberec.
Di
Marco Pecorini