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Tra ‘rischio sòle’ e necessità: davvero “non c’è bisogno di grandi rinforzi” a gennaio?

Vediamo se ci sarà bisogno di qualche ritocco, forse, ma onestamente a oggi non mi sembra che la squadra abbia bisogno di grandi rinforzi”. Parlò così Andrea Della Valle martedì pomeriggio, alla festa del settore giovanile viola. Certamente più realistico, rispetto al “saremo pronti ad intervenire in maniera importante sul mercato” dichiarato dalla proprietà un anno fa di questi tempi, con la squadra che allora volava al primo posto. Proposito poi non mantenuto, un anno fa.

Un bel ridimensionamento delle parole, insomma, a distanza di un anno. Anche perché, proprio il gennaio 2016, con i suoi annunci poi non concretizzati, ha segnato una frattura e uno spartiacque fondamentale per la storia tra Paulo Sousa e la Fiorentina. Qualcuno, in quel “non mi sembra che la squadra abbia bisogno di grandi rinforzi” detto da ADV, ci ha visto anche la conseguente ipotetica ‘ripicca’ di Sousa nel mandare in campo una squadra sulla carta scriteriata a Genova. Come a dire: ‘Ho questi da far giocare’.

Sì, Sousa ha fatto scelte poco comprensibili. Ha messo in campo a Marassi una formazione con poco senso logico: potenziale offensivo quasi nullo, Milic esterno alto di sinistra, e squadra ugualmente in forte difficoltà difensiva. Ma resta il fatto che, con evidenza, la Fiorentina ha bisogno eccome, di rinforzi a gennaio. Dopo un mercato estivo conservativo, dopo che tutti gli arrivi si sono rivelati mano a mano o poco utili o non competitivi. Finendo per non rientrare nella rotazione di Sousa, o nel minare il rendimento di tutta la squadra. Resta quel maxi bilancio attivo dato dalla cessione di Alonso, così come le possibili cessioni a gennaio (Zarate, forse Badelj, o Babacar) che daranno ancora utili alle casse viola. E, soprattutto, ci sono le necessità tecniche.

Perché quella di Sousa resta una rosa incompleta. Numerosa, sì, ma non completa per lo stile di gioco del portoghese. Soprattutto sugli esterni. Bernardeschi e Tello dovrebbero essere i titolari in avanti, Chiesa sta emergendo ma ci vorrebbe un quarto importante per completare il pacchetto e garantire sostituti all’altezza per le tante partite. Così anche dietro: Milic e Maxi Olivera a sinistra hanno sostituito Alonso e Pasqual, ma il rendimento a confronto è disastroso. A destra, poi, Tomovic ha i soliti limiti e Salcedo non è proprio un terzino. E, giocando con la difesa a quattro, risultano due ruoli non adeguatamente coperti.

E poi, sapete come la penso sul mercato di gennaio…”, aveva aggiunto Andrea Della Valle nei giorni scorsi. Già, quel ‘rischio sòle’ che il patron viola mise in piazza un anno fa di questi tempi. Ed è lungo l’elenco viola degli ultimi anni, di giocatori dal nome importante presi a gennaio e poi gravemente insufficienti (da Sissoko a Matri, passando per Anderson, Keirrison, ed anche Benalouane). Ma qualcosa, e non solo qualche ritocco alla rosa, andrebbe fatto. Pur in un mercato difficile e complicato come quello di gennaio. La rosa, no, non può esser considerata competitiva in ogni sua parte così com’è. A livello tecnico e numerico. Perché entrare in Europa, e centrare l’obiettivo minimo, quest’anno è più difficile. E serve qualcosa in più.

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