Il day after una sconfitta come quella di Udine è sempre pesante da digerire. Anche questo lunedì è infatti passato con il gusto amaro di una partita che poteva svoltare, in positivo, la stagione viola. Rammarico, nella squadra di Montella e tra i tifosi viola, nel vedere una classifica che avrebbe potuto proiettare la Fiorentina ad un passo dalla zona Champions. Sconfitto il Napoli, sconfitto il Verona, pari per l’Inter, la Roma ed anche per la Lazio ed il Milan. Tre punti che sarebbero stati d’oro per la graduatoria di A. Dall’altro lato della medaglia, comunque, da considerare il fatto che il ko di Udine non ha in pratica allontanato i viola da nerazzurri, partenopei e giallorossi. Poteva andare peggio, insomma: la teoria del bicchiere mezzo pieno.
Già, perché adesso c’è da ripartire, e c’è da farlo subito. Da qui a Natale, infatti, si scenderà in campo contro Paços, Verona, Roma, Dnipro, Bologna e Sassuolo: gare decisive per arrivare al giro di boa. “Per fortuna si torna in campo ogni tre giorni”, ha commentato a caldo Vincenzo Montella, già proiettato verso la trasferta di Guimaraes contro il Paços de Ferreira. Avversario probabilmente perfetto per un immediato riscatto da parte dei viola, che d’altro canto devono restare concentrati ed avere il giusto approccio alla sfida. Negli occhi di tutti, infatti, i primi 85′ della trasferta in Romania con il Pandurii, ed un altro passaggio a vuoto sarebbe difficilmente gestibile dal gruppo gigliato. Nonostante ciò, l’avversario portoghese visto al Franchi a metà settembre fa certamente partire per la penisola iberica con un carico di ottimismo.
Tornando all’Udinese, per una volta (cosa più unica che rara nell’ultimo anno e mezzo) è salito sul carro degli ‘imputati’ anche Vincenzo Montella, reo di non aver trasmesso la scossa necessaria alla squadra dopo il gol dei friulani e soprattutto di aver ‘toppato’ l’arretramento di Cuadrado come terzino, limitando di molto la pericolosità offensiva del colombiano. Esperimento sostanzialmente non riuscito, di fatto, al contrario di quanto accadde contro il Pandurii proprio nell’ultima di Europa League, soprattutto perché l’Udinese lasciava almeno due giocatori alti per poter ripartire in contropiede. JC11, in questo modo, ha dovuto pensare soprattutto a difendere. Al di là di qualche piccola critica anche da parte dei tifosi tra ieri e domenica, sicuramente Montella tornerà a prendersi in mano la sua Fiorentina come sempre ha fatto dall’estate 2012.
L’obiettivo è quindi quello di rialzarsi subito, di scrollarsi di dosso il senso di rammarico dopo la sconfitta di domenica. Tornare ‘umili’, insomma, e imparare dagli errori commessi, come già successo in stagione. Dopo i punti persi nel finale con Cagliari e Parma, ad esempio, la Fiorentina ha saputo rialzarsi costruendo un ciclo di 6 successi in 7 partite.
Giovedì il Paços de Ferreira, dunque, partita importante soprattutto per le cosiddette seconde linee. Tra campo e mercato, perché la sessione invernale si avvicina frenetica e le occasioni potrebbero non essere molte per i giocatori che ancora non hanno conquistato del tutto Vincenzo Montella. Torneranno titolari, con ogni probabilità, Roncaglia e Mati Fernandez, giocatori considerati importanti per l’Aeroplanino ma sui quali aleggia anche l’interesse di diverse squadre, in Italia e fuori. In caso di offerte importanti, la società potrebbe mettersi ad un tavolino per ragionarne. Così come Alonso e Bakic, ‘talenti grezzi’ ancora non sbocciati in maglia viola (il montenegrino, a proposito, è pienamente recuperato, e non è stato convocato per Udine solo per “scelta tecnica”, ha specificato Montella). Proprio l’Europa potrebbe essere ancora un trampolino di lancio, quel trampolino che ha saputo fin qui sfruttare alla grande Ryder Matos, vero e proprio ‘Uomo di coppa‘ con 3 gol in 4 partite. Quel trampolino, d’altro canto, che non potranno sfruttare Rebic e Wolski, giocatori fuori dalla Lista UEFA che dovranno concentrarsi sugli allenamenti e magari approfittare di qualche minuto in campionato per non lasciare Firenze – in prestito – a gennaio.
Capitolo a parte per Oleksandr Iakovenko, che in Portogallo potrebbe avere davvero l’ultima chance in maglia viola. Relegato in tribuna contro la Sampdoria prima della sosta, l’esterno ucraino non è stato convocato da Montella per la trasferta di Udine. L’ex Anderlecht aveva deluso contro il Pandurii ad inizio novembre, e contro i portoghesi proverà a convincere l’Aeroplanino a concedergli un’altra maglia. Conscio però che potrebbero non esserci ulteriori occasioni prima di gennaio.
Ancora altra parentesi la merita Josip Ilicic: lo sloveno sta recuperando dal lungo e fastidioso infortunio, era dato in netta crescita nella settimana di pausa per le nazionali ed è stato schierato da Montella come primo cambio contro l’Udinese. L’ex Palermo, però, non è riuscito ad invertire la rotta della partita, risultando al contrario molto statico e poco incisivo: con il freno a mano tirato, insomma. Certo, difficile cambiare in corsa una sfida così bloccata, ed altrettanto vera la ‘scusante’ di non essere ancora al top della condizione. Ma la Fiorentina, da uno come lui, si aspetta sicuramente di più. “Il nostro acquisto di gennaio”, parole di Pradè in settimana. Contro il Paços, dunque, occasione ghiotta per provare a rilanciarsi.
Infine, ecco Mario Gomez: sulle condizioni del tedesco si sono sprecate pagine e pagine (LEGGI QUI), ed oggi potrà finalmente arrivare un responso più chiaro. L’ex Bayern, infatti, è volato a Monaco, dove in giornata effettuerà un controllo specifico con il luminare Muller Wohlfahrt. Visita di routine, fanno sapere dalla Fiorentina, ma da qui è sicuro che si potranno avere notizie più certe sul suo futuro. La giornata è decisiva, perché con un eventuale esito positivo il tedesco potrà rientrare a tutti gli effetti con il gruppo già dai prossimi giorni, mentre se avvenisse il contrario potrebbe seriamente aprirsi un caso-Gomez. Quello che nessuno si augura a Firenze.
Di
Redazione LaViola.it