Editoriali

Torreira, ultime ore per il riscatto: Fiorentina, che fai? Il mercato ‘corto’ e un appeal tecnico da sfruttare

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Il calcio di Italiano ha convinto tutti, non solo nel nostro campionato: bisogna costruire da qui. Intanto però il rischio di perdere l’uruguaiano è sempre più alto

Ultime ore utili per poter riscattare Lucas Torreira. È la prima scadenza importante del mercato viola: dopo il 31 maggio cadrà, sulla carta, la possibilità della Fiorentina di usufruire del diritto di riscatto a cifre pattuite dall’Arsenal. Che farà quindi la società viola? Quel che è certo è che comunque, nonostante lo strappo delle ultime settimane con il procuratore e le parole di Commisso, le parti hanno continuato a parlarne anche negli ultimi giorni. Soprattutto con Daniele Pradè, che in estate era stato decisivo nel portare a Firenze Torreira dopo averlo voluto a lungo (“Nell’ultimo mese ho parlato più con Pradè che con mio padre”, disse in estate il giocatore). Nessuna chiusura netta, quindi, né da parte dello stesso patron viola (“Ci può essere l’opportunità di rivisitare la situazione con Torreira nelle prossime settimane ma non voglio dare segnali positivi o negativi“, le parole di Commisso una settimana fa), né da parte dell’entourage di Torreira, ma è chiaro che ‘scollinare’ la data del 31 maggio aprirebbe una nuova fase.

TRATTATIVA. Perché nessuno di fatto ha chiuso la porta all’ipotesi di poter ridiscutere i termini e potersi accordare anche più avanti, senza la valenza del diritto di riscatto. Ma a quel punto diverse squadre potrebbero inserirsi su un giocatore che ha dimostrato chiaramente il proprio valore, rilanciandosi alla Fiorentina dopo annate non troppo positive in squadre di altissimo livello. Il punto fermo è che comunque Torreira a Firenze si è trovato benissimo, diventando uno dei leader del gioco di Italiano, uno dei trascinatori dello spogliatoio e uno dei beniamini dei tifosi (ricordiamo anche il coro personalizzato, non certo banale). Insomma, rimarrebbe ben volentieri, l’ha sempre detto. E anche per questo sono nati i malumori tra gli stessi tifosi, che consideravano scontata la permanenza di un giocatore così importante che peraltro aveva sposato a pieno questo percorso. Però le frizioni sono nate proprio tra i dirigenti e il procuratore in fase di negoziazione, tra cifre per l’ingaggio e commissioni. Difficile capire se qualcuno farà un passo indietro, mentre già dalle parole di Pradè a febbraio si capiva che ci sarebbe stata una trattativa per il giocatore, al di là delle cifre fissate dal diritto di riscatto: “Torreira? Siamo contentissimi di lui, ma non posso rispondere sul riscatto perché tratteremo al momento opportuno con l’Arsenal, verso marzo o aprile”. E se i tempi sono andati più per le lunghe, era chiara fin da allora la volontà di abbassare i prezzi per un giocatore che andrà in scadenza tra un anno, giugno 2023, con i Gunners.

MERCATO ‘CORTO’. Certo, perdere un giocatore così non sarebbe certo una passeggiata. E di sicuro iniziare giugno senza il riscatto metterebbe a serio rischio una sua conferma, al di là di ogni possibile trattativa futura. Un bel dubbio già in apertura di mercato. Un mercato che quest’anno sarà più ‘corto’ rispetto al solito. Il motivo? Il calendario parecchio intenso già da metà agosto. Negli anni scorsi si giocavano due partite (rare volte tre) prima della sosta di settembre, con il mercato aperto. Stavolta invece tra l’inizio anticipato della Serie A per il mondiale (13-14 agosto) invernale e i playoff di Conference League (18-25 agosto) ci saranno ben 9 partite totali (sperando che siano 11, in caso di accesso ai gironi europei) prima della sosta di metà settembre per le Nazionali. Una sosta che di solito serve, con il mercato appena chiuso, per far inserire i nuovi con due settimane piene di allenamento. Quest’anno, però, sarebbe un forte rischio non presentarsi già per inizio agosto con la rosa completa in larga parte (volendo aspettare, come spesso accade, le ‘occasioni’ finali), sia per la quantità di partite (parecchie ogni tre giorni, appunto, prima della sosta), sia perché con i playoff europei (che potrebbero mettere di fronte ai viola anche squadra piuttosto quotate) ci saranno subito due gare da dentro o fuori.

TANTO DA FARE. Insomma, c’è da agire bene e in fretta. “Faremo cose intelligenti”, ha detto Pradè dopo la Juve, mentre Italiano sottolineava l’importanza di aumentare la qualità per restare competitivi con l’aggiunta dell’impegno europeo ma anche la necessità di sostituire al meglio chi partirà. A conti fatti, almeno 8-9 giocatori titolari o possibili titolari, viste le tante partite che la Fiorentina spera di fare in stagione (quest’anno, appunto, parecchie saranno ogni tre giorni). Il tutto con un budget buono ma non elevatissimo (per le tante operazioni da fare), come specificato da Commisso: 50 milioni, ovvero i proventi da Chiesa, Vlahovic e le altre cessioni al netto degli acquisti fatti nelle passate sessioni. E con un tetto ingaggi tornato ad essere sotto osservazione, dopo gli anni di maxi spese (vedi Ribery), le promesse a Vlahovic (sarebbe stato il più pagato della storia viola) e le cifre altissime elargite a chi poi ha reso poco (Callejon, Kokorin). Certo, in questo senso potrebbero essere ‘tagliati’ stipendi non da poco durante le prossime settimane, così come da altre cessioni (Dragowski, Kouame, forse Milenkovic) potrebbero arrivare nuove entrate. Ma è chiaro che sì, come ha detto il ds viola, serviranno tante idee più che i soldi per mantenere alta la competitività sui tre fronti per questa Fiorentina.

APPEAL. E se anche con Italiano le parti si sono lasciate con ottimismo ma con un appuntamento fissato ad inizio giugno per siglare la volontà comune di continuare insieme (“Spero che rimanga”, ha specificato Commisso), anche per un possibile rinnovo di contratto che resta in ballo, è proprio nel lavoro del tecnico e in quanto creato dalla società in questa stagione che ci si può affidare nell’attirare giocatori di medio-alto livello. Il famoso appeal che per la Fiorentina è tornato a crescere dopo anni difficili. Ikonè a dicembre ha lasciato la Champions per venire a giocare a Firenze e con Italiano, anche Piatek ha fatto di tutto per cimentarsi in un calcio così offensivo, mentre tutti i giocatori (anche chi ha vissuto piazze importanti, come Odriozola, Torreira, Bonaventura e non solo) hanno più volte esaltato il tipo di calcio che si gioca alla Fiorentina. Insomma, un ottimo biglietto da visita e referenze eccellenti per tutti, soprattutto per chi cerca un ambiente in cui imporsi facendo calcio divertente e offensivo. Questo nella scelta di un giocatore vuol dire tanto. In più, c’è un palcoscenico europeo da sfruttare. Non avrà certo il fascino della Champions, nè dell’Europa League, ma anche la Conference mette in palio una visibilità importante e il modo di confrontarsi con avversari di tutto il continente. Il percorso della Roma insegna.

DA DIFENDERE. Si riparta da qui, da quanto creato in una stagione oltre le aspettative. Certo, tutto questo andrà anche difeso e incrementato, a partire dall’allenatore passando per i giocatori più importanti. Come Torreira. I singoli non fanno sempre la differenza (alcuni sì), ma aiutano certo ad alzare il livello del gruppo. Non solo tecnicamente. Di sicuro ripartire senza una certezza come l’uruguaiano impoverirebbe in partenza l’ottima Fiorentina di Italiano. In attesa di eventuali sostituti e di idee ‘intelligenti’. In un mercato con tante cose da fare in tempi possibilmente ristretti.

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