I due club e le due piazze sono per molti aspetti simili, e non a caso tra i tifosi esiste e resiste anche un gemellaggio storico, appoggiato su un comune sentire. In questi ultimi 3 lustri le parabole di Torino e Fiorentina e di Cairo e dei Della Valle si sono intrecciate anche nel mondo dell’imprenditoria e della finanza, e non solo sul prato, dove granata e viola hanno conosciuto raggi sia solari, sia lunari: dalla C2 alla Champions, per i Della Valle, con ritorno nel limbo attuale; e dalla B ad altre B fino a un ottavo di finale in Europa League, per Cairo, sino alle delusioni di quest’anno, dopo il dissolvimento del mini-ciclo di Mihajlovic (manco a dirlo, ex allenatore viola). Così scrive Tuttosport.
Torino-Fiorentina significa anche due città in fermento, sedute su un vulcano che talora erutta magma, talora manifesta un bradisismo meno appariscente, ma comunque indicativo e preoccupante. La Viola, per dire, era arrivata alla scorsa estate con la Fiesole che terremotava in campo voglia di cambiamento e sfiducia prorompente, nonostante avesse ancora negli occhi i 6 anni in Europa League, piuttosto che i 2 in Champions e una finale di Coppa Italia, e pure 5 quarti posti in campionato. Ma dopo mesi di voci contrastanti su ipotetici candidati acquirenti, mai come in questo difficile momento, in un ambiente ancora scosso dalla scomparsa di Astori, alla Fiorentina serve ritrovare compattezza per provare in qualche modo a ripartire nel nome del capitano. Resta da capire se questa compattezza Andrea Della Valle saprà ritrovarla anche con i tifosi, in particolare con i rappresentanti dei club della curva Fiesole, da tempo in aperta contestazione. Fare chiarezza comunque è indispensabile, come richiedono i tifosi, per il futuro della società e per programmare la squadra della prossima stagione.
Sull’altro fronte c’è tutto un Torino in fibrillazione sul campo come in società e sugli spalti. Mazzarri guida e la vista corre lontano: è sotto contratto fino al 2020 proprio perché Cairo ha voluto affidargli le chiavi di un progetto allungato nel tempo, che va ben oltre la speranza di una resurrezione immediata e subito foriera di un approdo europeo già di qui a maggio. Su WM non ci sono le pressioni che opprimevano Sinisa, lo scenario è ben diverso e la carta d’identità (sportiva) del tecnico toscano è una garanzia, fino a prova contraria. Ma dopo 3 sconfitte di fila, un risultato positivo, domani, significherebbe arrestare la contestazione aleggiante tra società e giocatori.
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Redazione LaViola.it