José Maria Callejon è ormai sempre più ai margini del progetto tecnico della Fiorentina. Dopo la gara di Napoli solo esclusioni
L’assist al bacio per il gol di Vlahovic col Cagliari poteva far pensare ad una svolta per Josè Maria Callejon. Invece, quello, resta l’unico acuto assieme ad un gol arrivato grazie ad una deviazione in Coppa Italia contro una squadra di Serie C. Anche perché, dopo il successo coi sardi, è arrivato il roboante ko di Napoli che ha stroncato pensieri e sogni da parte di Prandelli di poter vedere una Fiorentina in grado di sostenere il tridente Callejon-Ribery-Vlahovic.
DA NAPOLI SOLO PANCHINE. Da Napoli in poi, lo spagnolo non ha più visto il campo. 0’ con Crotone, Torino e Inter, pur essendo disponibile. Al suo posto, Prandelli ha preferito affidarsi quando ad Eysseric, schierando il francese dal 1’ contro i nerazzurri non avendo Ribery, quando a Kouame–Kokorin a gare in corso, lasciando Callejon con tuta e pantaloni lunghi a guardare.
ADDIO. E dire che le voci su un suo possibile addio già a gennaio si erano fatte sempre più insistenti negli ultimi giorni di calciomercato. Sia per l’arrivo di Kokorin, sia perché era ormai chiaro che Callejon avrebbe trovato sempre meno spazio. Almeno finché la situazione di classifica sarà pericolosa per la Fiorentina. Su di lui si erano mosse in diversi club della Liga, anche se alla Fiorentina non sono arrivate offerte ‘dignitose’ per il cartellino. Il nodo, d’altronde, è fin troppo evidente: l’ingaggio.
2,2 MILIONI PER 625’. 2,2 milioni di euro netti che percepisce l’ex Napoli sono troppi per pensare che qualcuno offra anche dei soldi alla Fiorentina per prenderlo. A giugno, se non cambieranno le cose, se ne andrà. A zero. “Nn sono Chiesa”, disse al suo arrivo. “Lo avremmo preso anche se non avessimo ceduto Chiesa”, disse di lui Pradè a fine mercato estivo. Fin qui ha invece collezionato solo 625’ tra campionato e Coppa Italia. Per 1 gol e 1 assist. Il covid non ha aiutato il suo percorso di crescita fisica, così come il cambio di allenatore visto che Iachini aveva fatto il suo nome salvo poi non riuscire ad avere il tempo per lavorare su quel tridente d’attacco che l’ex tecnico viola aveva in mente.
CARTE. Non è andato via a gennaio un po’ per sua volontà, perché voleva giocarsi le sue carte in viola, un po’ perché c’era, e c’è, la convinzione negli uomini mercato della Fiorentina, che il giocatore abbia grandissime qualità. Già, ma dove impiegarlo? Prandelli è sempre stato chiaro sul fatto che questa squadra, per sorreggere il suo impiego, abbia bisogno di fare gli straordinari e modificarsi. Eccezion fatta per il lampo con il Cagliari, i risultati gli hanno dato ragione. Che gli vengano preferiti Eysseric o questo Kouame, sono altri segnali che finché sarà Prandelli l’allenatore della Fiorentina per Callejon le speranze di giocare sono ridotte al proverbiale lumicino per un equivoco decisamente oneroso che non pare trovare soluzione.
Di
Gianluca Bigiotti