Tomovic e un altro errore fatale. Esame fallito come sostituto di Gonzalo

IL TENTATIVO è quello di non infierire su Tomovic, che a Firenze si prende la colpa anche quando salta la corrente nel condominio, ma visto che proprio di questo stiamo parlando otterremo l’effetto contrario. Ma tant’è. Siamo di fronte a un quarto di finale di coppa Italia, trattasi di professionismo spinto, le responsabilità in campo pesano e fanno la differenza. E siccome le vittorie si costruiscono con i particolari – e sono gli atteggiamenti dei singoli che fanno la differenza – è a caldo incomprensibile la decisione del difensore viola, che ha provato a giocare di fino contro interpreti veloci e supertecnici.

DUE VOLTE Tomovic ha rischiato, in rapida successione: la prima con un magnifico stop al volo in corsa in mezzo a due attaccanti napoletani, magnifico e micidiale perché poi sul controllo successivo è nata la punizione dal limite(fallo dello stesso Tomovic) che Insigne ha spinto sulla traversa. Il secondo rischio, che poi è stato fatale per lo sviluppo dell’azione (palla persa, Hamsik in fuga a sinistra, cross per Callejon, gol) è stato quel disimpegno molle, con un pallonetto depositato in uscita sulla testa di un avversario: perché puntare sull’eleganza, due volte in pochi minuti, avendo di fronte gli attaccanti del Napoli e non quelli della Viterbese? Mistero.

ESSENDO FALLITO anche il tentativo di non colpevolizzare Tomovic, allarghiamo il tiro su Sousa, che evidentemente si fida moltissimo di lui (15 presenze, 1105 minuti in campionato contro i 191 di De Maio): esistevano alternative migliori per sostituire Gonzalo? Siccome non ci sono riprove e parlare dopo è troppo semplice, la domanda resta un quiz fine a se stesso. Certamente Sousa ha mostrato coraggio, moltissimo, offrendo al difensore più criticato la possibilità di giocarsi una grande occasione. Anche se nel dopo partita, quando ha parlato di «decisione erronea su azione controllata da noi» certamente aveva in mente un obiettivo preciso.