Il deputato di Italia Viva commenta le parole del Soprintendente soffermandosi soprattutto su un aggettivo ‘poco tecnico’
Gabriele Toccafondi, deputato di Italia Viva, sul Corriere Fiorentino parla delle parole del Soprintendente Pessina a proposito del Franchi: “Sorprende che le risposte siano del funzionario del ministero dei Beni culturali di Firenze, la soprintendenza che il 20 maggio rilevava non solo che lo stadio Artemio Franchi meritasse un procedimento di tutela, ma ci teneva a scrivere che «l’immobile presenta un rilevantissimo interesse culturale». Non è il momento ma vorrei tanto approfondire tecnicamente il valore normativo e giuridico del superlativo «rilevantissimo» in merito ad un atto ufficiale e formale del Mibact”.
‘RILEVANTISSIMO’. “In un momento in cui (il 20 maggio) nessun progetto era stato presentato, la soprintendenza (presumo con atto proprio) verificava il mantenimento dei requisiti della tutela e ci teneva a scrivere che l’interesse dell’immobile nel frattempo era diventato da «rilevante», come da normativa a «rilevantissimo». Mi chiedo: quale potrebbe mai essere il parere del ministero, e quindi della soprintendenza, a ogni tipo di progetto di verifica, ammodernamento, rifacimento, dello stadio Franchi rendendolo una struttura sportiva moderna? Alla luce della situazione economica, del fatto che un privato voglia investire, della possibilità che il Franchi resti in stato di abbandono, le risposte sono fondamentali. Se la società che gestisce l’impianto decidesse di investire altrove, spostando quindi anche la principale attività e con questa il relativo affitto, chi pagherebbe per la costosissima manutenzione dell’impianto sportivo di 90 anni, con rilevantissimo interesse culturale?”
RISCHIO FLAMINIO. “Per non parlare delle curve. Chi ha rilasciato l’intervista è mai stato a vedere una partita dalle curve? Penso di no! Ha mai fatto un giro sotto le gradinate o sotto le scale elicoidali guardando la condizione del cemento e non solo la oggettiva bellezza della struttura? C’è un altro caso di impianto sportivo, magari non proprio di «rilevantissimo interesse culturale», magari solo «rilevante», che da alcuni anni è sotto uno stesso provvedimento di tutela, ed è sostanzialmente inutilizzato e abbandonato: lo stadio Flaminio a Roma. Non voglio — e lo dico da politico, da fiorentino e da amante della tutela della mia città — che un pezzo di storia di Firenze possa fare quella fine! Non basta definirlo di «rilevantissimo interesse culturale» perché magicamente arrivino soldi pubblici per sistemarlo, manutenerlo e fare tutti gli interventi e i lavori di cui c’è bisogno”.
Di
Redazione LaViola.it