Focus
Tocca ai leader invertire la rotta. E così Martinelli paga il momento difficile. La sua scelta di rimanere a Firenze sarà stata giusta?
Il secondo portiere della Fiorentina sperava di giocare nel debutto in Conference contro i non irresistibili cechi del Sigma Olomouc. Non sarà così. Una scelta di Pioli che pone (di nuovo) l’interrogativo sulla scelta estiva di rimanere in viola
“Mi aspettavo di più da me stesso. Mi aspettavo di più da questo inizio di stagione ma ora è inutile chiacchierare, perché i fatti parlano chiaro. E anche se tutti hanno il diritto di criticarci, mi auguro che tutti insieme possiamo uscire da questa situazione”. La Fiorentina riparte da qui. Dall’autocritica di uno dei suoi leader. Anzi, forse proprio dal leader di tutto il gruppo. Uno di quelli ai quali vuole aggrapparsi Pioli per uscire dalle sabbie mobili nelle quali è entrato il gruppo in questo avvio di stagione così deludente.
LEADER. Una presa di posizione se l’aspettavano in tanti. Perché Gosens non è tipo da scappare davanti alle difficoltà. Dopo la partita contro il Como parlò in sala stampa Luca Ranieri. Giusto. Oneri e onori di chi la fascia di capitano la porta in campo. Ma un punto di vista dell’esterno tedesco era comunque atteso. Perché di partite ne ha viste tante. Di storie ne ha vissute altrettante. Ha l’esperienza e la cultura per raccontare quello che sta succedendo. Per adesso un post social. Un’ammissione di responsabilità personale e di squadra. Per parlare davanti ai microfoni ci sarà tempo, ma è innegabile che debbano essere gli uomini con più esperienza a trascinare la Fiorentina lontana da questo momento.
PAGA MARTINELLI. A cominciare dalla sfida europea contro il Sigma Olomouc. Squadra modesta, ma in Europa la Fiorentina ha imparato che non si può sottovalutare nessuno. A maggior ragione in questo momento. Pioli non vuole correre rischi. E a far le spese del momento difficile è sicuramente Tommaso Martinelli. Che siederà in panchina anche domani sera. A cose normali sarebbe stato titolare. Adesso no. E’ l’unica indicazione di formazione che ha dato Pioli, ma già si era capito che avrebbe giocato il portiere spagnolo. Giusto? Sbagliato? Lo vedremo. Di certo in questo momento la scelta di Martinelli di rimanere da vice De Gea non lo sta premiando. E’ stato lui stesso a voler rimanere, quando tante squadre erano pronte a dargli una maglia da titolare. Predestinato, che però non gioca con continuità dalla stagione ’22/’23 in Primavera (negli ultimi due anni ha giocato solo 6 partite tra settore giovanile e prima squadra). La Fiorentina punta a occhi chiusi su di lui, la gestione ha spesso fatto discutere. In tanti avrebbero voluto vederlo all’opera con continuità, magari in Serie B.
POCHE CHANCE. Ha scelto di crescere all’ombra di un mostro sacro come De Gea. Con il rischio però di vedersi scappare via anche le poche occasioni che avrebbe potuto avere in stagione. Discorso da rimandare a più avanti, ma se non gioca contro il Sigma Olomouc è difficile ipotizzarlo titolare contro il Mainz o a Vienna contro il Rapid. I leader, dicevamo. Pioli si affida a loro. Qualcuno giocherà. Di sicuro De Gea. Non c’è spazio adesso (nelle idee del tecnico) per vedere all’opera il baby talento viola. Può essere letta anche come una sorta di protezione nei confronti di un ragazzo giovanissimo. Anche se probabilmente lo stesso Martinelli avrebbe fatto carte false pur di giocare.