La Fiorentina non è praticamente mai stata così vicina al sesto posto in tutta la stagione. Meno uno dal Milan: eppure la corsa all’Europa pare ancora drasticamente in salita. Rammarico crescente per i punti persi con le piccole, le varie debacle contro Empoli, Palermo, Genoa e Crotone. E soprattutto l’idea di dover far punti (e magari bottino pieno) al San Paolo che sembra una vera mission impossible.
Una squadra, il Napoli, che da inizio novembre ha perso solo una volta in campionato (contro l’Atalanta in casa): 60 punti nelle ultime 25 partite, con 18 vittorie, 6 pari e 1 ko. 86 gol fatti in totale, media di 2,3 a partita. Un tridente Insigne-Mertens-Callejon che ha fatto girare la testa praticamente ad ogni avversario. E soprattutto l’obiettivo del 2° posto ancora vivo. Difficile insomma sperare in una giornata ‘soft‘ dei partenopei di Sarri. Che domenica hanno tramortito 5-0 il Torino a domicilio.
E poi c’è la Fiorentina. Una squadra che spesso deve ricevere un sonoro schiaffo per reagire e iniziare a giocare. È successo contro la Lazio sabato, così come contro l’Inter, ed anche all’andata contro biancocelesti, nerazzurri e proprio contro il Napoli. Già, i viola e le grandi squadre: incroci mai scontati, risultati paradossalmente sempre incerti. Pur quando la squadra di Sousa parte nettamente sfavorita. Come al San Paolo sabato prossimo, del resto. Contro le prime cinque della classifica, 12 punti in 9 partite per i viola; contro le ultime cinque, 14 punti in 9 gare (e prove spesso non convincenti). Differenza minima insomma, il paradosso è tutto qui.
In più, un ambiente che condiziona inevitabilmente il presente viola. Sabato un emblematico striscione ‘Indegni’, cori a ripetizione dalla Fiesole contro i Della Valle. E fischi ai contestatori da parte degli altri settori dello stadio. Un tutti contro tutti che non giova. Anche se alla squadra bisogna dare atto di non aver mollato. I tanti risultati recuperati nel finale, le reti allo scadere. Molti errori commessi sì, ma anche reazioni come una sorta di ‘fortino’ contro gli agenti esterni.
Duello a distanza con il Milan che, al di là di tutto, continua. Anche se il calendario dà ora una mano ai rossoneri. La squadra di Montella non vince da oltre un mese, e nel mezzo ha raccolto appena 3 punti in 5 partite. Ma domenica riceverà il Bologna, mentre all’ultima giornata andrà a Cagliari. I viola invece dopo il San Paolo chiuderanno al Franchi contro il Pescara. Vero che il Milan ha dimostrato di poter avere problemi contro tutti, ma il rischio concreto è che già domenica pomeriggio i rossoneri possano chiudere la pratica sesto posto.
Una corsa all’Europa ‘alla meno’, definita da molti. Per la Fiorentina, in ogni caso, sarebbe un ‘risultato in linea’ (per usare un termine ultimamente in voga) con gli ultimi anni. E soprattutto un modo per provare a ripartire sull’onda della continuità europea. In un momento del rapporto Della Valle-Firenze molto delicato. Un tutti contro tutti, tra chi contesta e chi fischia i contestatori. Da ‘Via i Della Valle’ a ‘Dopo di loro non ci sarebbe nessuno’, la spaccatura è ampia e aperta. Nonostante l’insoddisfazione sia generale e diffusa. Un tifo spaccato praticamente su tutto: proprietà, giocatori (anche su Bernardeschi e Borja), sul nuovo allenatore (favorevoli e contrari a Pioli). Nel mezzo, fanno rumore anche le tante assenze al Franchi. Sabato scorso così come negli ultimi mesi. Tifosi ‘stanchi’, abbonati rimasti a casa per ‘disamoramento‘. Migliaia e migliaia di persone da riconquistare, con programmi seri e concreti: dato emblematico in una città passionale come Firenze. Il momento dei confronti si avvicina, Andrea Della Valle ha dato appuntamento a fine stagione. Che sia un faccia a faccia convincente. Perché lì ci si giocherà anche più di un sesto posto in campionato.
Di
Marco Pecorini