Sarà l’ex più atteso domenica alla Dacia Arena, Cyril Thereau. A Udine ha lasciato il segno: 40 gol e 6 assist in 113 presenze, tre stagioni da protagonista. E rumoroso è stato anche il suo addio, a fine agosto 2017, dopo tre gol in tre partite e le divergenze con l’allora tecnico Delneri. In Friuli, da allora, non hanno preso bene la decisione di voler cambiare aria, scelta rimasta ancor più indigesta dopo la doppietta dell’andata. “Se segno esulto”, aveva detto il francese. Detto, fatto: doppietta al Franchi, prima (e fin qui unica) esultanza (doppia) davanti ai tifosi viola.
Tutto bello, era il Thereau che provava a prendersi sulle spalle una rinnovata e molto acerba Fiorentina di inizio stagione. “Se segno, esulto di nuovo”, ha ribadito Cyril un paio di giorni fa. Coerenza ed anche scaramanzia, perché nel mezzo, nel giro di un girone di campionato, è cambiato un po’ tutto. La Fiorentina, il rendimento di Thereau, la stessa Udinese. Con Delneri che è andato via, con Oddo che ha risollevato la squadra (ora a -2 dai viola) ma non ha risolto i problemi offensivi (5 gol nelle ultime 7 gare, Maxi Lopez è tra i più deludenti della stagione bianconera).
Il problema vero sta però nella parabola discendente (quasi in picchiata) di Thereau: quattro gol e due assist nelle prime sette partite in viola, la sensazione di aver trovato (low cost) molto di più che una semplice ‘chioccia’ per i giovani. Poi, dopo la doppietta di Udine e il gol con il Benevento, ecco l’infortunio con il Torino e una condizione fisica mai più tornata come ai bei tempi. Da fine ottobre, il francese ha superato la sufficienza in pagella solo contro il Sassuolo (due assist) e a Napoli. Poi raffica di insufficienze, fino alle quattro panchine di fila nelle ultime quattro gare.
Domenica, Thereau torna per la prima volta da ex a Udine. Un ex dal dente avvelenato, giurano in Friuli. “Sono contento di tornare là, è una partita che ho segnato sul calendario e spero che vada tutto bene”, ha detto il francese a Sky. Una gara dal sapore particolare, per uno che nell’ultimo mese è finito a fare la riserva di Gil Dias e Falcinelli.
A caccia di una maglia da titolare, di un gol (manca da oltre 600 minuti) e di rivincite. Cyril cerca la svolta nella ‘sua’ Udine.
Di
Marco Pecorini