News
Tesoretto da 30 milioni chiuso in cassaforte dopo la rivoluzione
La Repubblica in edicola questa mattina prova a fare i conti in tasca alla Fiorentina, cominciando a porsi due domande. La prima: davvero la campagna acquisti della Fiorentina è chiusa? E ancora: quanto può/potrebbe spendere Corvino? Andiamo per ordine. Ad oggi, salvo sorprese, il direttore generale e Stefano Pioli ritengono di aver coperto qualsiasi necessità. Ora, per intendersi, è il momento di lavorare sul campo. Recuperare il tempo perso (e a Milano si son viste le conseguenze) e il grave ritardo accumulato nella costruzione del gruppo. Questa è la missione.
E sul mercato? È questo, inutile girarci attorno, che anima pensieri e discussioni dei tifosi. Del resto la partenza dei big (e le conseguenti entrate) facevano sperare in investimenti altrettanto pesanti. Partiamo dai conti. Finora la Fiorentina ha completato 26 operazioni in uscita e, nei piani di Corvino, ne restano da definire quattro: Rebic, Mati Fernandez, Schetino e Petriccione. Ceduti loro, il lavoro sarà completo. Da queste cessioni (ultima, per 25 milioni, quella di Kalinic. Quella di Bernardeschi, per 40, la più ricca) i viola hanno incassato (circa) 105 milioni. Occhio, però. Non tutti questi soldi entreranno automaticamente nelle casse di Viale Fanti. In ogni operazione vanno tenute presenti le commissioni per gli agenti. Pare sia molto alta, per esempio, la percentuale sui 24 milioni spettante al procuratore di Vecino, Alessandro Lucci.
Capitolo acquisti. Sono 13 e, riscatti dei prestiti compresi, hanno comportato un esborso di poco inferiore ai 70 milioni. Il saldo quindi, a grandi linee, è di +35 milioni, mentre il monte ingaggi è sceso, indicativamente, del 30%. Con un’ulteriore specifica da fare. Rispetto al passivo di bilancio ereditato da Corvino (38 milioni) restavano da ripianare 4 milioni. Diciamo, quindi, che il saldo “reale” recita +30 milioni. Più o meno. Questo non significa che siano tutti “spendibili”. Un bilancio infatti, non è fatto di solo mercato. Ci sono altre voci da considerare (vedi appunto commissioni) e parte di quel tesoretto quindi, sarà destinato al mantenimento in equilibrio di tutta la struttura finanziaria. Si chiama, e ormai si sa bene, “autofinanziamento”. Se poi, da qui alla fine del mercato, si presentasse la “grande opportunità”, Corvino, proverà a coglierla. Salvo sorprese però, questa è la rosa, e questa resta. Almeno fino a gennaio.
