Una Viola costruita sì per attaccare, ma con interpreti che hanno pochi gol nelle gambe (a parte Vlahovic). E davanti spesso fa fatica. Come a Torino
Una Fiorentina costruita con il 4-3-3, con terzini chiamati a spingere, mezzali di inserimento, tre attaccanti. E poi difesa alta, pressing costante, baricentro avanzato. Eppure… questa Viola fa una gran fatica, spesso, a segnare. Tanto che a Torino è stata la 3° partita su 12 di campionato a secco di gol. Una sorta di paradosso, per una squadra pensata proprio per dominare il gioco ed attaccare. Solo 16, del resto, i gol totali nel primo terzo di Serie A: un po’ poco, se si pensa soprattutto alla filosofia del tecnico viola. E all’impostazione di squadra.
UN SOLO TIRO. Anche contro la Juve, contro un avversario comunque molto ‘abbottonato’, la Fiorentina ha dominato il gioco fino all’espulsione, ma ha costruito un solo tiro in porta. Le occasioni buone per Vlahovic, Saponara e Callejon, sì, ma alla fine l’unica parata di Perin è stata quella sul colpo di testa (non troppo pericoloso) di Bonaventura. Certo, fino al rosso di Milenkovic era in tutto e per tutto una partita da 0-0. Ma l’episodio ha cambiato la partita, e alla fine i bianconeri hanno trovato il gol partita con Cuadrado. Per la Fiorentina, ancora una volta, è rimasta tanta amarezza. Soprattutto perché di fronte ad un largo possesso palla, ad una prova di personalità contro una Juve in difficoltà ma che sempre la Juve era, non è riuscita ad impensierire più di tanto il portiere avversario.
6 TIRI IN 4 TRASFERTE. Era successo anche a Venezia e a Roma contro la Lazio. “Certe partite se non riesci a vincerle non devi perderle”, disse Italiano dopo l’Olimpico. Anche contro la Lazio la Fiorentina aveva fatto 1 solo tiro nello specchio, mentre 2 erano stati quelli a Venezia. Ma allargando il discorso, anche nell’1-0 di Udine c’erano stati solo 2 tiri in porta. Insomma, nelle ultime 4 trasferte la Fiorentina ha concluso solo 6 volte nello specchio, segnando un gol. Un vero limite per chi comunque è in zona Europa, e davanti può vantare il centravanti più richiesto sul mercato, tra i migliori marcatori del 2021 e terzo miglior cannoniere del campionato (e 4° assoluto nella passata stagione).
TROPPO SOLO. Ma anche a Torino Vlahovic ha ricevuto pochi palloni. Una sola mezza occasione, con quel colpo di testa finito di poco fuori. Poi sempre da solo a far la guerra con De Ligt e Rugani, non certo teneri nei suoi confronti (ammonito solo il secondo nel finale, tra l’altro). A pesare, insomma, la scarsità di rifornimenti. Tema su cui aveva spesso posto l’attenzione anche Italiano: la Fiorentina arriva spesso negli ultimi 25-30 metri, ma poi sbaglia l’ultima decisione o non trova la giocata decisiva. Questione di qualità e intraprendenza, con il tecnico che ha più volte spronato i suoi a osare di più.
RINFORZI. Un limite per questa Fiorentina. Una squadra, del resto, costruita con una chiara predisposizione offensiva, ma non accompagnata da giocatori che in passato hanno fatto segnare grossi numeri in zona gol. A parte Vlahovic, infatti, Callejon è reduce da un’annata complicata e pare lontano parente dell’esterno – fortissimo – ammirato per anni a Napoli (ieri, tra l’altro, forse il miglior primo tempo da quando veste di viola), Saponara sta andando oltre le aspettative ma in Serie A negli ultimi anni non ha mai segnato più di 2 gol a campionato (il suo record è 7, ai tempi dell’Empoli, sette anni fa), Sottil è al secondo anno di A e lo scorso campionato ha segnato 2 gol (più 2 reti in Coppa). Nico Gonzalez, l’altra ‘vera’ freccia offensiva per Italiano, è stato fin qui sfortunatissimo, tra ritardi per la Nazionale, un piccolo infortunio, la squalifica e ora il Covid, ma comunque lo scorso anno aveva segnato 6 reti allo Stoccarda. Per non parlare di Kokorin, considerata alternativa a Vlahovic ma ancora fuori. Insomma, anche a livello numerico manca qualcosa. Un centravanti di riserva da poter mettere dentro per cambiare le partite, ad esempio. Ma anche un Berardi, a lungo vicino in estate ed in grado di segnare 31 gol (con 18 assist) negli ultimi due campionati (ed è già a 5 gol e 3 assist in questa stagione). Non a caso, del resto, le attenzioni della società per gennaio si stanno concentrando proprio in quella zona del campo. Per il futuro di Vlahovic ma non solo. Per fare uno step europeo serve cambiare passo proprio in attacco. Da punto di forza a freno per questa Fiorentina.
Di
Marco Pecorini