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Terracciano, il riscatto del protagonista a sorpresa. Decisivo nei momenti cruciali della stagione

Da Enschede contro il Twente a Cremona, c’è la firma di San Pietro nella Fiorentina che continua a sognare. Un elogio alla meritocrazia

L’arte della pazienza, il gusto del riscatto e quel filo rosso che porta al merito. Nella striscia di 9 vittorie di fila della Fiorentina c’è molto anche del suo estremo difensore: Pietro Terracciano (LEGGI QUI IL FOCUS DI VI.IT). Abituato a farsi scivolare addosso critiche e dubbi. Numero uno, di maglia e di fatto, scrive La Repubblica.

SEMPRE TITOLARE. Nella stagione scorsa, Dragowski commette alcuni errori e Italiano affida a Pietro la tutela della porta della Fiorentina. E lui risponde, con esperienza e reattività, guadagnandosi il posto da titolare e confermandolo nel corso di una stagione da protagonista. Secondo anno di Italiano, Gollini arriva in estate, rimette tutto in discussione, prova a diventare il numero uno di fatto. Ma poi alcuni errori, anche grossolani, e Terracciano torna a prendersi la scena. Come nel playoff di ritorno di Conference, sul campo del Twente infuocato dalla spinta dei tifosi olandesi. Ultimi minuti, Brenet vola in cielo, Terracciano sull’erba. La sua manona respinge le speranze degli avversari e apre le porte dell’Europa ai viola. Oppure a La Spezia, a fine ottobre: due miracoli su Nzola e Strelec e la Fiorentina passa. Oppure, pensando alle ultime gare: gli interventi prodigiosi a San Siro e quelli decisivi a Cremona. Prima sul tentativo di Tsadjout, poi su quello di Buonaiuto. Strada sbarrata, ennesima porta inviolata e i viola che ipotecano la finale di Coppa Italia. Momenti decisivi, che spengono le prospettive degli avversari e consentono alla squadra di Italiano di proseguire a testa alta. Verso nuove vittorie, nuovi record, sperando di poter alzare un trofeo che manca da 22 anni a Firenze.

SIMBOLO DEL CREDO DI ITALIANO. Da Terracciano passa il credo più importante di Italiano, quello della meritocrazia. Che il tuo curriculum sia infinito o appena cominciato, che tu provenga dal Real Madrid oppure dall’Empoli, che tu abbia 33 anni oppure sia un ragazzo di gran talento spinto a furor di popolo. Quel che contano sono la costanza, la determinazione, il quotidiano, la fame, la voglia di migliorarsi sempre e comunque.

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