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Terracciano, quando il 12 vuol dire affidabilità. Senza minuti da 9 mesi, risponde presente
Pietro Terracciano, portiere di riserva della Fiorentina, risponde presente col Cittadella. Buona la sua prova dopo 9 mesi di panchine
NOVE MESI DOPO Non giocava dal 15 marzo scorso, quando la Fiorentina a Cagliari perse 2-1 e Lafont era fermo ai box per un infortunio alla caviglia. Ma Pietro Terracciano, nonostante abbia visto giocare i compagni dalla panchina per quasi nove mesi, si è fatto trovare subito pronto alla prima chance che gli ha dato Vincenzo Montella. E non era certo scontato, soprattutto quando il tuo ruolo è il portiere e la continuità è fondamentale.
BRAVO Raffica di sufficienze piene per lui nelle pagelle post Fiorentina-Cittadella, e non poteva essere altrimenti. Subito impegnato dopo pochi secondi di gioco da un tiro da fuori degli ospiti che avrebbe potuto rendere il Franchi una polveriera e spingere nel baratro della paura la Fiorentina di Montella, e attento anche in un altro paio di circostanze. Il tutto nonostante alla vigilia molto facesse pensare che a difendere i pali, anche contro una formazione di B infarcita di riserve, nonostante l’impegno casalingo, e la raffica di assenze anche per Montella, ci potesse essere ancora una volta il portiere titolare della Fiorentina, ovvero Dragowski.
TRE SU TRE Ne ha sbagliate poche, anzi, praticamente nessuna di partite in cui è stato chiamato in causa da quando è arrivato a Firenze scambiando le sue strade proprio con Dragowski che mentre Terracciano faceva il percorso Empoli-Firenze compieva il tragitto inverso. In azzurro, il polacco, è cresciuto in maniera esponenziale per tornare poi a difendere i pali viola da numero 1, e adesso è una delle note più positive dell’inizio stagione gigliata. Con ulteriori margini di miglioramento evidenti. Tre apparizioni nel 2019 per Terracciano, e tutte senza particolari sbavature. Anzi. E adesso, la Fiorentina stessa, può contare su due estremi difensori di certa affidabilità.
LA CONFERMA Come ha detto Montella ieri nel dopo gara col Cittadella, è stata una riconferma fortemente voluta sia dal tecnico, che da Daniele Pradé, quella di Terracciano. E adesso Dragowski può continuare il suo percorso di crescita, con alle spalle un dodici di certa affidabilità. Cosa che negli ultimi anni non sempre era stata tale a Firenze, anche perché lo stesso giovane polacco, da riserva di Sportiello prima e Lafont poi, non giocando praticamente mai ma solo occasionalmente, aveva palesato diverse difficoltà a rispondere presente subentrando all’occorrenza.