Se è davvero una svolta si vedrà, intanto la Fiorentina ha il gioco più leggero e la classifica più pesante. E’ ancora meglio vivere alla giornata, quindi in rapida successione prima lo Slovan e poi la Samp, perché molto ancora c’è da ricostruire nella testa, più che nelle gambe. Serenità, consapevolezza, autostima: la Fiorentina le aveva perse per strada, ora sta cercando di recuperarle avendo dalla sua parte numeri che possono – almeno in parte – spostare i giudizi sulla stagione. La squadra di Sousa è la meno battuta del campionato insieme alla Juve e alla Roma, ha la seconda fase difensiva e dalla partita ancora da recuperare contro il Genoa (15 dicembre) potrebbero arrivare altre buone notizie. Sono cambiati i colori e le sfumature intorno alla Fiorentina.
Non proprio a margine dei nuovi risultati, dopo lo zero a zero contro l’Atalanta è stato rottamato il vecchio modo di stare in campo, o almeno modificato assegnando in modo diverso i ruoli ad alcuni giocatori chiave (Borja, Bernardeschi, Ilicic) e cambiando la linea dei difensori, più serenamente disposti a 4. Come si è arrivati a questo? E’ vero che nelle 22 partite precedenti – facendo coincidere il lungo periodo di crisi con lo 0-3 contro il Tottenham a White Hart Lane – la Fiorentina aveva messo insieme solo 25 punti, e quindi l’allarme avrebbe potuto scattare in anticipo, ma è altrettanto vero che Sousa e la squadra avevano deciso di insistere sullo stesso concetto calcistico. Una rotta decisa in compartecipazione.
Anche l’evoluzione tattica è passata da una «terapia di gruppo» . E avendo preso Corvino possesso di una postazione al centro sportivo – da lì è difficile estrarlo quasi h15 su 24 – i confronti stilistici con Sousa sono stati frequentissimi. In realtà Corvino vive il calcio da parecchi anni in modo totale, lui con gli allenatori ha sempre parlato e i confronti sono stati più frequenti soprattutto dopo le vittorie. La Fiorentina ha cambiato marcia dal 20 ottobre in poi (3-1 a Liberec) e da lì in poi solo la mega pozzanghera contro il Crotone ha lasciato rimpianti veri. Se davvero è una svolta si vedrà, certo che alcuni giocatori dovranno recuperare quella incisività personale che non sono stati capaci di aggiungere. A cominciare da Ilicic e Gonzalo (che lo scorso anno hanno messo a segno 17 reti in due). Il caso Badelj è a parte, perché non è in discussione il numero di gol (un media uno a stagione) ma proprio in rendimento. In attesa del mercato di gennaio.
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Redazione LaViola.it