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‘Teniamo con noi i migliori’: annata sottotono e svalutazione di molti (presunti) ‘big’

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Era un must della scorsa estate: “Teniamo con noi i migliori, i pilastri del nostro gruppo. Inseriremo alternative”. Un anno dopo, filosofia totalmente cambiata: aria di rivoluzione, gruppo arrivato a fine ciclo. Dopo un ottavo posto che sa di mediocrità, dopo che il rendimento di tanti presunti ‘big’ è stato generalmente sottotono. Un gruppo mantenuto praticamente in toto (ad eccezione di Alonso) insieme a Sousa, dopo i sei mesi in forte calando da febbraio 2016.

Un anno e 48 partite dopo, un’analisi è necessaria e consentita. Guardando anche alla svalutazione dei cosiddetti ‘pilastri’ che un anno fa la Fiorentina ha voluto mantenere. Quasi ad ogni costo. A partire dal centrocampo. Milan Badelj è stato un punto fermo del centrocampo di Sousa, utilizzato in 41 gare stagionali. Ma con pochi alti e molti bassi, in una squadra che ha faticato molto a macinare gioco soprattutto ad intensità medio-alta. Un anno fa il croato era valutato 10-12 milioni, adesso (è in scadenza giugno 2018) ne vale la metà.

Discorso simile per Josip Ilicic. Protagonista con Paulo Sousa un anno fa, fulcro delle idee di gioco del portoghese e capocannoniere con 15 gol; in questa stagione appena 26 gare da titolare, 6 gol e 7 legni colpiti. E un rendimento spesso sotto la sufficienza. Un anno fa per lo sloveno la Fiorentina non trattava per meno di 15 milioni (minimo), ora ne vale la metà.

Badelj e Ilicic, due probabili partenti. Ma svalutati anche coloro che invece dovrebbero restare come base per il nuovo ciclo. Per Borja Valero la Fiorentina ha respinto proposte anche intorno ai 20 milioni di euro, un anno fa. E chissà magari la Roma di Spalletti, passando il preliminare di Champions, avrebbe davvero fatto un’offerta ‘folle‘ per il classe ’85 spagnolo. A cui era stato promesso un rinnovo da Pradé, ma discussione mai davvero intavolata con Corvino. Adesso, anche dopo il campionato di Borja, il valore si attesta massimo sui 10 milioni. Così come Matias Vecino: il Napoli era arrivato a proposte sui 20 milioni, oggi impensabile una valutazione così alta. Nonostante l’uruguaiano, 25enne con 40 partite (con 4 gol e 4 assist) in stagione, sia stato uno dei ‘meno peggio’ alla corte di Sousa.

Corvino rivelò a settembre di aver rifiutato proposte anche per Astori, il cui valore si è tutto sommato confermato. Ma il leader dello spogliatoio viola non partirà. Invece, come noto, molto (e anzi tutto) ruota attorno al futuro di Federico Bernardeschi e Nikola Kalinic. Due che, sì, hanno visto il proprio valore alzarsi, dopo l’annata alla Fiorentina. Berna è passato da esterno con ottime prospettive, a trequartista-finalizzatore, più vicino alla porta. Un finale di stagione con molte ombre, anche per problemi fisici, ma anche 14 gol messi a segno (13 fino a febbraio e alla notte tedesca con il Borussia). Valutazione sui 50 milioni, un anno fa era nettamente più bassa.

Discorso simile per Nikola Kalinic. Corvino rivelò di aver rifiutato proposte da 25 milioni per il croato, poi il lungo inverno con le sirene cinesi da 40 milioni. Sembrava tutto fatto, fino al no direttamente da bocca di Nikola. Adesso di nuovo con le valigie in mano, stavolta difficilmente rimarrà a Firenze: la valutazione però non si avvicina ai 50 milioni di clausola, ma probabilmente si attesta di poco oltre i 30 milioni. Senz’altro una maxi plusvalenza, rispetto ai 6 milioni che furono pagati al Dnipro. Ma comunque 5-10 milioni in meno rispetto alla valutazione di gennaio (condizionata dai milioni cinesi). Per un attaccante che ha raggiunto i 20 gol stagionali (di cui 19 fino a metà marzo).

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