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Tegola sui club, bloccato lo sconto fiscale sui giocatori acquistati dall’estero: Ribery…
Un problema che riguarda anche la Fiorentina con Franck. Servirebbe un Dpcm attuativo di Conte
Una circolare dell’Agenzia delle Entrate apre un giallo che terrorizza i club di Serie A. Il chiarimento interpretativo pubblicato ieri sostiene che il famoso regime fiscale agevolato previsto dal Decreto Crescita del 2019, che favorisce i calciatori “impatriati” — ossia ingaggiati dall’estero dopo almeno due anni di residenza fiscale fuori dall’Italia — non sarebbe applicabile senza un dpcm attuativo. Così scrive La Repubblica.
Detto così sembra complicatissimo. In realtà è semplice: i club si troverebbero secondo l’Agenzia delle Entrate a dover versare il doppio delle tasse già versate per quei calciatori prelevati dall’estero dal 2019 a oggi. Così Lukaku, Ibrahimovic, Ronaldo (ma anche Ribery per la Fiorentina) e gli altri costerebbero molto di più, facendo impennare i versamenti Irpef 2019 per i club, soprattutto di Serie A. Fattore potenzialmente letale in un anno in cui sono già con l’acqua alla gola per il crollo delle entrate da stadio e sponsor e la crescita dei costi per attuare i protocolli Covid.
La salvezza del calcio passerebbe quindi necessariamente per un dpcm attuativo del presidente Giuseppe Conte. Per questo, già da ieri i leader della Lega Serie A e della Figc, Dal Pino e Gravina, sono in stretto contatto: a breve inizieranno un pressing politico per evitare che quella circolare determini il collasso del calcio italiano di vertice.
Nel caso di Ribery, aggiungiamo noi, sarebbe un ‘problema’ da 4 milioni per la Fiorentina. Il francese guadagna infatti 4 milioni di euro netti all’anno: al lordo, con il Decreto Crescita 2019, visto che si è trasferito dall’estero in Italia sarebbero 6 milioni lordi annui. Senza la sua applicazione si arriverebbe circa a 8, con 2 milioni in più da pagare dal club viola per ogni anno del contratto biennale.
