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‘Tanto noi abbiamo il babbo ricco’ atto II. Se prima non si voleva spendere, adesso mille vincoli rendono complicato farlo. Così la crescita si fa in salita

Commisso Barone

Sul fronte del nuovo stadio la politica non aiuta Rocco Commisso e la voglia di far crescere la Fiorentina. Storia, purtroppo, già vissuta con i Della Valle

Quando arrivarono a Firenze i Della Valle in molti non li conoscevano, nonostante fossero tra gli imprenditori più ricchi e di successo in Italia e conosciuti in tutto il mondo. Stesso discorso per Rocco Commisso, che a livello economico dispone di un patrimonio addirittura doppio rispetto a quello dei fratelli Tod’s.

BABBO RICCO. Avere alle spalle una proprietà ricca come i Della Valle è stato inizialmente una certezza di sicuro avvenire, con ambizioni e voglia di primeggiare. Poi, con gli anni, è divenuto quasi un motivo d’accusa a chi poteva ma non voleva, per mille ragioni, investire per stare ad alti livelli. Il ‘tanto noi abbiamo il babbo ricco’, divenne così un detto popolare tra i tifosi della Fiorentina che raccontavano di come il bambino povero, in quel caso la Fiorentina stessa, avesse comunque il babbo ricco, per rispondere alle prese in giro degli altri bambini. Commisso, se possibile, è ancora più ricco. E a differenza dei Della Valle ha già investito oltre 300 milioni di euro, e vorrebbe investirne molti altri, per far entrare la sua Fiorentina nel giro delle grandi d’Europa. Ma senza stadio di proprietà, crescere, sarà impossibile.

VINCOLI. Commisso, sia chiaro, ha commesso un errore. Acquistando la Fiorentina e avendo come priorità l’aumento dei ricavi, possibile quasi esclusivamente attraverso lo stadio di proprietà in una realtà come Firenze che più di tanto non può andare quanto a fatturato, avrebbe dovuto sapere dei problemi della Mercafir (che i Della Valle, forse, hanno preso come pretesto per non mettere mai davvero sul piatto una cifra monstre come quella che servirebbe per la costruzione dello stadio con troppe incertezze). Così come avrebbe dovuto sapere che rifare il Franchi era molto complicato per via di mille vincoli che da sempre hanno reso anche solo l’idea quasi infattibile negli ultimi decenni. Ma una cosa è altrettanto certa: dalla politica fiorentina sono arrivati più no che sì. Forse anche troppi. Tanto che al momento continua ad essere sempre caldeggiata dalle istituzioni cittadine la via del restyling del Franchi, che però a Commisso non porterebbe quasi niente alle condizioni attuali.

NO STADIO, NO CRESCITA. Lontani i tempi in cui per crescere e provare a vincere bastava investire pacchi di milioni per comprare i campioni. E non era comunque una garanzia come insegna la storia di Moratti all’Inter. Da quando è entrato in vigore il fair play finanziario o si trovano escamotage ed altre vie per poter incassare e quindi spendere, oppure si va incontro a sanzioni. Lo stadio di proprietà, è insomma, l’unica via. Senza di questo la crescita della Fiorentina sarà in tono minore se non impossibile. E può anche non piacere, ma questo è il calcio moderno. Così come l’osteggiamento alla ripartenza da parte del mondo ultras, in nome di valori che a questo calcio non appartengono più da anni. Oggi conta solo il denaro. E’ questa la priorità. Certo, dare una dignità maggiore ai propri tifosi come un tetto sotto il quale ripararsi in caso di pioggia e freddo e dei bagni non fatiscenti sarebbe già un punto di partenza. Ma l’imprenditore Rocco potrebbe rispondere: ‘perché dovrei farlo io e non il Comune?’. E a tale interrogativo sarebbe difficile dargli torto.

Se a Commisso non sarà data la possibilità di investire come le nuove regole del calcio impongono, quindi con attività commerciali, e un impianto che generi ricavi, la crescita potrà essere solo affidata alla buona sorte.

CIRCOLI VIRTUOSI. Se ti va tutto bene, come al Leicester, o se fai un lavoro straordinario come all’Atalanta, e riesci ad entrare nel giro virtuoso della Champions League, allora tutto cambia. Ma per arrivarci non devi sbagliare un singolo acquisto, una singola partita, e tutto deve andare in determinati modi. E potrebbe comunque non bastare. Perché per rimanerci, in quel circuito, devi comunque costantemente non sbagliare nulla. Oppure sei bravissimo nel vendere a prezzi altissimi e ricomprare pedine che ti facciano fare passi in avanti. Ma idem come sopra.

BABBO RICCO ATTO SECONDO. Insomma, il rischio, è che anche con Commisso la novella del bambino che viene preso in giro dagli altri perché in condizioni disastrate, che però ha il babbo ricco, possa ripetersi. E a questa tornata sarebbe davvero un peccato. Perché Rocco, a differenza dei Della Valle, vive di emozioni e per il calcio, e non lo considera solo un hobby. Ha davvero voglia di primeggiare, e far seguire alle parole anche i fatti. Alla politica, adesso, la palla. La crescita della Fiorentina passa per larghissima parte da qui.

UN ANNO FA. Tra poche ore ricorrerà l’anniversario di Fiorentina-Genoa 0-0, serata in cui Joe Barone per la prima volta mise piede al Franchi, e ultima partita ufficiale dell’era Della Valle. 365 giorni dopo, la via per la costruzione di un nuovo stadio è ancora quasi al punto di partenza.

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