Da Lirola a Duncan, ma anche Babacar nella direzione opposta: diverse operazioni negli ultimi anni, poche soddisfazioni
Chi era arrivato “per rappresentare Firenze”, chi era stato designato come “terzino del prossimo decennio”, chi come centrocampista per dare la svolta alla mediana viola. Quante illusioni disattese sull’asse Sassuolo-Fiorentina. Diverse operazioni di mercato negli ultimi anni: tanta spesa, poca resa. Se si pensa che tra Boateng, Lirola e Duncan i viola hanno girato più di 30 milioni in due anni nelle casse neroverdi. E che tutti e tre i giocatori in questione hanno già lasciato Firenze.
IL ‘BELLO’. Storie di mercato, di flop inattesi ma anche di un calcio che non aspetta. Soprattutto, però, di scelte – con il senno di poi – sbagliate. A partire da Boateng, tra i primi ‘colpi’ della nuova era Commisso. “Perchè Boateng? Prima di tutto perchè può rappresentare Firenze, il bello. E’ bello come calciatore, è bello lui, è bella la moglie, è bello il figlio. Erano molti anni che lo avrei voluto come calciatore ma c’era il dubbio sulla sua personalità, adesso è maturato e non ho più dubbi. E’ un giocatore completo e duttile che può fare più ruoli”, disse Pradè. Contratto biennale a 1,2 milioni a stagione. Un gol all’esordio contro il Napoli, la coppia con Ribery che funziona solo fuori dal campo e l’addio già a gennaio, direzione Besiktas. Prima dei saluti definitivi la scorsa estate, per andare al Monza di Berlusconi e Galliani (con ingaggio pagato in parte ancora dalla Fiorentina).
POCO ‘IGNORANTE’. Era reduce dai mesi al Barcellona, ma Boateng alla Fiorentina è stato solo di passaggio. Scelta rinnegata dopo pochi mesi (ma non è stato l’unico). I viola pagarono al Sassuolo un milione di euro circa, mentre ben più onerosa la cifra sostenuta per prendere Lirola: 2 milioni per il prestito e 11 per l’obbligo di riscatto. Ma sembravano soldi ben investiti, in una parte di campo in cui la Fiorentina ha avuto una lacuna storica (leggi voce terzini destri). Peccato che lo spagnolo scuola Juve non abbia poi saputo ripetere quanto di buono aveva fatto vedere con De Zerbi e Iachini in neroverde: 2 gol e 7 assist nella sua ultima stagione a Reggio Emilia, 1 gol e 3 assist in un anno e mezzo a Firenze. Nonostante giocasse spesso da quinto di centrocampo, con possibilità di inserimento. Ma i numeri dicono poco di un giocatore troppo ‘timido’. “Deve essere più ignorante”, lo ‘battezzò’ subito Iachini al suo primo arrivo in viola. Le cose migliorarono un po’, ma non troppo. Così, a gennaio, dopo essere finito dietro nelle gerarchie di Prandelli, il passaggio al Marsiglia in prestito con diritto di riscatto a 12 milioni. Anche in questo caso, saluti arrivati molto presto.
VOLUTO DA IACHINI, POI… Quindi Duncan. L’affare più costoso sull’asse Sassuolo-Fiorentina. Due milioni per il prestito a gennaio 2020, più 15 per il riscatto obbligatorio. Fortemente voluto da Iachini per rinforzare la mediana, il ghanese è prezioso nei primi sei mesi, mentre finisce ai margini nella prima parte di questa stagione (sia con Beppe che con Prandelli). Tanto che poi è uno del ‘club degli scontenti’ che viene ceduto a gennaio per sfoltire la rosa e migliorare l’armonia del gruppo. Direzione Cagliari, con un prestito con diritto di riscatto vicino ai 13 milioni. Anche nel caso di Duncan, ben poche gioie: 18 partite (13 da titolare), 1 gol e 2 assist in un anno, contro i 6 gol e 9 assist nei due anni precedenti al Sassuolo. E un rapporto con la Fiorentina chiuso in anticipo, anche se in realtà potrebbe tornare in estate in caso di mancato riscatto del Cagliari (molto probabile).
TANTA SPESA, POCA RESA. Tre ‘affari’ da 30 milioni, quasi 40 considerati gli ingaggi, che hanno arricchito il Sassuolo e non rinforzato la Fiorentina. Certo, il Covid ha reso ancor più pesanti le spese sostenute soprattutto per Lirola e Duncan, ma la resa sul campo è stata davvero minima. Un po’ come poche soddisfazioni dette ad entrambe lo scambio del gennaio 2018, con Falcinelli a Firenze e Babacar al Sassuolo. Ma se la punta neroverde arrivò in prestito secco con diritto di riscatto non esercitato, l’attaccante senegalese passò a Reggio Emilia per 10 milioni tra prestito e riscatto obbligatorio. Risultando tra i più onerosi investimenti della storia del Sassuolo, al pari di Berardi e poco meno di Locatelli. I neroverdi presero Babacar per dare una svolta all’attacco, ma dopo 9 gol in 44 partite in due anni per El Khouma c’è stato solo spazio per due prestiti al Lecce e all’Alanyaspor, in Turchia. Mentre Falcinelli in sei mesi in viola mise insieme 12 partite senza segnare. Ma anche senza ‘pesare’, stavolta, sul bilancio.
GERARCHIE RIBALTATE. Diversi, poi, anche i giocatori ambiti o sfiorati dalla Fiorentina negli ultimi anni, in casa Sassuolo. Da Berardi a Traorè (quando era all’Empoli arrivò anche il comunicato ufficiale, prima del cambio di rotta), da Boga a Locatelli. Giocatori che ora sembrano (quasi) inarrivabili. L’ultimo, e forse unico, trasferimento produttivo sulla tratta Reggio Emilia-Firenze? Probabilmente quello di Kurtic. Centrocampista non eccezionale ma che dette il suo contributo, in prestito, nel 2014/2015, l’ultimo anno di Montella. Con 28 presenze, 1 gol e 4 assist in un centrocampo che vedeva anche i vari Pizarro, Aquilani, Borja Valero, Badelj e Mati Fernandez. Altri giocatori, altra storia. Quell’anno la Fiorentina chiudeva il campionato per la terza volta di fila al 4° posto, mentre il Sassuolo, al secondo anno in A, finiva 12° con Di Francesco. Oggi i neroverdi guardano la Fiorentina, per la terza stagione di fila, dall’alto verso il basso.
Di
Marco Pecorini