Rassegna Stampa
Svolta diritti tv, cosa cambia per la Fiorentina: si riduce il gap con le grandi
Con la firma apposta dal ministro dello sport Luca Lotti sul decreto di redistribuzione dei diritti televisivi del calcio (operativo dalla stagione sportiva 2018/19), finisce definitivamente in soffitta la cosiddetta legge Melandri. Così scrive Il Corriere dello Sport. Alla base del nuovo tracciato normativo vi è l’idea di un maggiore riequilibrio/competività (tra grandi e piccoli club), con l’obiettivo di incentivare le società di serie A a lavorare sul prodotto (sia negli stadi, sia in ambito televisivo), promuovendo politiche di marketing finalizzate a riportare i supporter negli impianti e a catturarne di nuovi attraverso un’offerta audiovisiva sempre più multi-piattaforma. La “ratio” del decreto Melandri partiva da una base uguale per tutti pari solo al 40% (troppo penalizzante per le società più piccole). Nel nuovo decreto (DM) questa soglia sale al 50%, seguendo ciò che avviene da tempo sul mercato inglese.
Adesso il 30% dei risultati sportivi conferisce maggior peso a quanto raggiunto nell’ultimo campionato (15%), a sua volta scomposto in due percentuali: 12% (posizione raggiunta in classifica) e 3% (punti realizzati nella classifica finale). Un ulteriore 10% viene assegnato guardando agli ultimi cinque campionati. Appena 5%, infine, alla storia dei club dal 1946/47 ad oggi (con l’inserimento di nuovi punteggi per i risultati internazionali). Modifiche sostanziali sono presenti anche sul terreno dei bacini di utenza. Nella riforma Lotti si parla di “radicamento sociale”, che, nel complesso, non pesa oltre il 20% ed è così suddiviso: 12% collegato ai biglietti pagati dagli spettatori nelle ultime tre stagioni e 8% all’audience tv certificata dell’ultimo campionato. Due parametri sicuramente più “scientifici” rispetto al passato,
Per la Fiorentina, secondo la stima del Corriere dello Sport, cambierà poco in termini assoluti (da 46,5 a 50 milioni), ma si ridurrà molto il gap con le grandi.