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Svendita Verona: Terracciano via per 5 milioni, anche Ngonge può partire. La Fiorentina fiuta il doppio colpo

I problemi societari, i debiti e la possibile cessione del club. Hellas in lotta salvezza ma costretto a vendere

Momento complicato in casa Verona. Questa è una delle stagioni più difficili, forse la più sofferta, della presidenza di Maurizio Setti. Sotto il profilo tecnico ma anche personale, causa difficoltà economiche condite da alcune beghe giudiziarie e le voci di cessioni che si rincorrono ma che, a oggi, non hanno avuto nulla di concreto. La sconfitta casalinga con la Salernitana, diretta rivale per la salvezza, è stata una mazzata per l’Hellas che si stava risollevando. L’undicesima stagione di Setti è partita male, da subito la grande difficoltà di racimolare punti. Ma anche per il fardello che la società si è portata dietro dalla gestione 2022-2023: quasi 12 milioni di deficit, che si aggiungono al debito generale di cui, per la verità, soffrono quasi tutte le squadre. E poi, come detto, a turbare il clima già teso si è aggiunto il blitz della Guardia di Finanza che ha sequestrato le azioni non dell’Hellas Verona, ma della Star Ball, società di Setti, acquistata da società del gruppo Volpi. Una diatriba, tra i due, che va avanti da anni. Così scrive La Gazzetta dello Sport.

COSTRETTI A VENDERE. In questo quadro si erano inserite le voci di cessione della società da parte di Setti. Voci che puntuali si presentano da due o tre stagioni. Stavolta qualcosa di vero c’é: si parla di una cordata, un fondo americano che voleva acquistare il club con l’intermediazione dell’ex direttore sportivo gialloblù Francesco Marroccu, che si era lasciato apparentemente in buoni rapporti dopo l’arrivo di Sogliano. L’affare sarebbe dovuto andare in porto in questo periodo ma evidentemente qualcosa è andato storto: offerta troppo bassa, ripensamenti da una parte o dall’altra, oppure nulla di veramente concreto, chissà. Sta di fatto che adesso la società, per risanare il bilancio, è costretta a vendere i pezzi pregiati. Il Verona ha sempre vissuto sulla valorizzazione di giocatori e le plusvalenze delle cessioni, come tante piccole. Di solito però vendeva in estate per ricostruire. Stavolta gli tocca farlo in gennaio, quando la situazione di classifica è più che critica. Il primo gioiello se n’è già andato: il venticinquenne difensore centrale Isak Hien è passato all’Atalanta per 9,5 insieme al baby talento Diao per 1 milione con diritto di percentuale sul’eventuale rivendita. Col senno di poi, sarebbe stato meglio cederlo l’estate scorsa, quando la Dea offriva 12 milioni, ma questa offerta è arrivata l’ultimo giorno di mercato e il Verona voleva comunque tenerlo.

I VIOLA. Il secondo gioiello che andrà via sicuramente è Filippo Terracciano, 20 anni, conteso da Milan e Fiorentina sulla base di 5 milioni. Questa per l’Hellas sarebbe una plusvalenza netta visto che viene dal vivaio, come lo erano stati i vari Kumbulla, Rrahmani e, di recente, Sulemana. Dunque una normale operazione che sarebbe stata fatta anche senza crisi. Sul piede di partenza ci sarebbero pure Hongla e Doig. Quello che invece Sogliano non vorrebbe cedere mai, è Cyril Ngonge. Perché dalla sua qualità e dai suoi gol passano molte delle speranze di salvezza dell’Hellas. Ma l’Aston Villa ha già offerto 10 milioni e anche la Fiorentina ci sta pensando. Ngonge è il giocatore che fa pendere la bilancia da cessioni necessarie a vera svendita. Anche se poi i conti si faranno alla fine delle trattative. Dopo aver incassato, il club dovrà andare sul mercato per cercare colpi low cost utili per non retrocedere.

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