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Rassegna Stampa

Super Lega, Agnelli tradisce Eca e Uefa. Il perché del dietrofront sui fondi

Andrea Agnelli

Nel mirino il presidente della Juve, a capo dei ‘ribelli’ con Perez del Real Madrid. Impegnato su più fronti: la guerra dei soldi (per pochi)

Si concentra sul ruolo di Andrea Agnelli, presidente della Juve, La Gazzetta dello Sport. E’ il nuovo vice-presidente della Super Lega, ha ‘tradito’ Eca e Uefa.

FONDI. «I dodici fondatori della Super Lega hanno una fanbase che supera il miliardo di persone in tutto il mondo: in questo momento critico ci siamo riuniti per mettere il gioco che amiamo su un percorso di sviluppo sostenibile a lungo termine con un meccanismo di solidarietà fortemente aumentato». Sono parole di Andrea Agnelli, presidente della Juventus e nuovo vice presidente della Super Lega. Ieri il progetto e i suoi rappresentanti sono usciti allo scoperto. Ma in passato c’era stato ben altro. Era il 19 novembre scorso quando la Serie A votava, con favore unanime, l’ingresso dei private equity in Lega: Cvc, Advent e Fsi, interessati alla partnership, avrebbero garantito ai club un miliardo e settecento milioni di euro.

DIETROFRONT. Una ricchezza inaspettata e utilissima ai conti di tutte le società: compresi quella della Juventus di Agnelli, gravati dal post pandemia. Dalle trattative nell’interesse generale della Lega (anche come membro della commissione interna che negozia con i fondi), il numero uno Juve si è staccato poco dopo: fino ad arrivare a una posizione dichiaratamente ostile ai fondi. Nella lettera con cui, insieme ad altri sei rappresentanti di club, ha sfiduciato il presidente di Lega Dal Pino (ideatore dell’affare in favore della comunità della A) scrive che il tema relativo ai private «era manifestamente esaurito in occasione dell’assemblea del 4 febbraio». I fondi avrebbero dovuto gestire i diritti tv della A e una clausola dell’accordo preliminare prevedeva che le società si impegnassero per dieci anni a non appoggiare nuove manifestazioni come la Super Lega: il campionato avrebbe di conseguenza perso appeal.

TRADIMENTO. Così si spiega il dietrofront di Agnelli: la Super Lega che sta sponsorizzando aiuterebbe gli interessi del suo club (la Juve) più che quelli comuni della Serie A. Un torneo parallelo tra alcune delle squadre più blasonate d’Europa porterebbe soldi solo nelle casse delle società coinvolte. La Super Lega contrasta con il tentativo di restituire valore al campionato italiano e ancora di più è in opposizione al progetto della nuova Champions che a partire dal 2024 si propone di allargare la competizione a 36 squadre, «un modello ideale» aveva detto Agnelli soltanto a marzo scorso, in apertura dell’assemblea generale dell’ECA, di cui è presidente (da ieri dimissionario): l’associazione delle società del continente ha come scopo proteggere e promuovere il calcio dei club europei. Tutti.

UEFA. Proprio come massimo riferimento dell’ECA, Andrea Agnelli aveva lavorato a stretto contatto con Aleksander Ceferin, numero uno Uefa e amico personale, per la realizzazione della nuova Champions. Per Ceferin quello di Agnelli è stato un tradimento.

FOLLIA CALCISTICA. Anche il Corriere della Sera si concentra su Agnelli, alla guida dei ‘ribelli’ insieme a Perez del Real Madrid. L’ideologo della Superlega è Andrea Agnelli, il capitano della Juve in questo fronte italiano di ribelli. Sul suo carro sono saliti Inter e Milan, Marotta e Gazidis. Ma il pilota in questo Gran premio della follia calcistica è Andrea Agnelli che studia questo progetto da anni. Nell’ultima stagione ha lavorato in tanti campi, forse in troppi. Con la Juve ha cercato scudetto e Champions, li ha persi entrambi. Nella Lega serie A si è schierato subito a favore dei fondi, della Media Company, il progetto innovativo del presidente Paolo Dal Pino, per poi sfilarsi, nonostante facesse parte della Commissione che studiava e portava avanti la trattativa con i nuovi finanziatori, e scaricare lo stesso numero 1 della serie A.

VUOLE FARE TUTTO. Una partita a tutto campo per sé e pochi altri, per i ricchi, ai danni del campionato. È così che nasce la Superlega europea. Nel comunicato di ieri sera la Juventus fa sapere di aver aderito al progetto della Superlega. Il bello è che si precisa che «i club fondatori continueranno a partecipare alle rispettive competizioni nazionali e, fino all’avvio effettivo della Superlega, la Juventus ritiene di partecipare alle competizioni europee alle quali ha titolo di accedere». Ingordigia? Una cosa è certa: Andrea Agnelli punta a tutto, oltre a far saltare il tavolo del calcio internazionale. Vuole partecipare alla Champions, ma fonda un campionato europeo per nababbi. Tattiche le sue dimissioni da presidente dell’Eca e dall’esecutivo Uefa. Per ora l’Uefa ha annunciato cause miliardarie.

PEREZ E IL REAL. Suo grande alleato è Florentino Perez, grande capo del Real Madrid. Anche lui vuole terremotare il calcio europeo, è il presidente della Superlega. In pratica si è autonominato. È abituato a vincere soprattutto contro la Juve. Tanto è vero che il Real è in semifinale di Champions contro il Chelsea, sempre che l’Uefa adesso gliela faccia giocare questa semifinale. Perez ha già promesso l’arrivo tra i Galacticos di Haaland e Mbappé e il restyling in pompa magna del santuario del calcio, il mitico Bernabeu. Come farà? Perez sostiene con il denaro che il Real Madrid promette di incassare dalla vendita dei diritti tv della Superlega ai quattro angoli del mondo. Fa niente se l’altra parte del mondo del calcio si impoverisce: qui conta stare bene e mangiare in pochi.

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