L’asticella si è alzata, parola di Italiano. Un exploit clamoroso per un gap già colmato: si può davvero aprire un ciclo
Tre. Il numero perfetto. Tre come le vittorie contro l’Atalanta di Gasperini in stagione, tre come i successi di fila della Fiorentina tra campionato e coppa. Continuità, quella che cercava e chiedeva mister Italiano alla vigilia della sfida contro i nerazzurri di domenica. Consapevolezza, quella ottenuta battendo ancora Toloi e compagni. Una partita che può davvero segnare una svolta. In questa stagione e non solo. Perché confronti come quello del Franchi valgono più di tre punti, soprattutto nella testa. Danno il senso di quello che può fare questa squadra. Che non sarà perfetta, che dovrà migliorare ancora in tanti aspetti. Ma se la può giocare alla pari con le migliori del campionato. Battendo, tre volte su tre, chi negli ultimi anni aveva strappato applausi per gioco e risultati qualificandosi con merito in Champions.
GAP COLMATO. La classifica parla chiaro. E racconta di un gap clamorosamente già colmato nei confronti di chi pochi mesi fa pareva a dir poco irraggiungibile. Juventus 4° a 47 punti, Atalanta 5° a 44, Lazio 6° a 43, Fiorentina 7° a 42 e Roma 8° a 41, con i viola che hanno una partita in meno (quella da giocare contro l’Udinese al Franchi) nei confronti dei bianconeri e delle romane. Da acquolina in bocca, tanto che non è più utopia perfino sognare la Champions. Sarà dura, durissima, ma nello spogliatoio si inizia già ad alzare l’asticella. Giusto sognare, è il bello dello sport e del calcio. La Fiorentina viaggia a 17 punti in più rispetto allo scorso campionato (dopo 25 gare giocate), mentre alla 26° giornata della passata Serie A i viola avevano un ritardo di 19 punti dalla Juve, di 14 dalla Roma, di 13 dall’Atalanta e di 8 dalla Lazio. Un gap che a fine campionato arrivò addirittura ai -38 punti rispetto a bianconeri e nerazzurri e ai -22 rispetto alla Roma. Una distanza colmata in pochissimi mesi.
FIRENZE SOGNA. Tutto questo dà bene la misura di ciò che sta facendo la banda di Italiano. Il tecnico ha giustamente parlato di “asticella che si alza”, anche se d’altro canto in tv ha anche provato a fare un po’ da ‘pompiere’ rispetto a chi pensa di essere già arrivato al traguardo. Manca tantissimo, ma Firenze è tornata a sognare. Dopo anni complicati, per tanti e noti motivi. Ma ora c’è una squadra che diverte e si diverte, che trascina un popolo intero, che ha voglia di stare insieme (lo testimoniano le tante foto sui social tra Rosati, i sudamericani, i leader del gruppo), di lottare per il compagno. Di stupire. Seguendo le idee di un allenatore che ha cambiato il mondo viola, premiando anche le scelte fatte negli ultimi mesi dalla società. Un clima bellissimo, insomma, che non si viveva da anni. “Qui si lavora bene, mi piace questa passione che c’è intorno alla squadra”, aveva detto sabato Italiano. “Ti spinge a dare sempre il massimo e a non mollare mai. Sapevo e sentivo di questo amore e affetto, ma vivendolo in prima persona ci si accorge che qui c’è qualcosa di straordinario. Lavorare in una piazza come questa per tutti gli allenatori e per chi fa calcio è una grande soddisfazione. Mi piace da impazzire lavorare in questo clima qui. Parlare di progetto a lungo termine nel calcio è sempre difficile, devi abbinare risultati e crescita. Ma penso che si possa costruire qualcosa di importante”.
DOLCI RICORDI. Parole e risultati che riportano indietro agli anni belli del recente passato, al primo anno di Paulo Sousa (49 punti dopo 25 partite), al triennio di Montella (sempre tra i 42 e i 45 punti), ai primi quattro anni di Prandelli (dai 44 ai 50 punti). In particolare, a livello calcistico ci può essere un legame con la stagione 2012/2013: quella voglia di stupire, di reagire ad annate molto complicate, un calcio propositivo e divertente. Certo, quella squadra fu rivoluzionata d’estate (al contrario di questa) e la situazione societaria era ben diversa, ma anche al tempo furono 42 i punti dopo 25 gare di campionato, con 45 gol fatti (oggi sono 44).
SULLE ALI DELL’ENTUSIASMO. Ricordi che sembrano lontani e che oggi ritornano. Perché Firenze vola sulle ali dell’entusiasmo. Merito del gruppo, che ha saputo archiviare anche il momento complicato dopo l’addio di Vlahovic. Anche Italiano l’ha confessato: aveva paura che il ‘giocattolo’ si rompesse. Era un rischio concreto. Invece la squadra, come ha sempre insistito la società, è stata più forte del singolo. Con il nuovo centravanti, Piatek, che a livello di gol non sta facendo certo rimpiangere chi c’era prima. Anzi. Cinque reti in sei partite sono un biglietto da visita per niente male, con una freddezza invidiabile in area di rigore. E a proposito di ali, da sottolineare sia la crescita di Gonzalez (devastante nelle ultime due gare) sia quella di Sottil, anche lui finalmente più continuo e intraprendente. Non è un caso se, per la prima volta in stagione, Italiano contro l’Atalanta non ha cambiato i due esterni offensivi. Nico e Ricky del resto sono stati tra i migliori, dall’inizio alla fine.
DOPPIA SFIDA ALLA JUVE. Per una Fiorentina che ha grandi margini di crescita. Per i tanti giovani in squadra, per due come Arthur Cabral e Ikoné ancora da scoprire. Il percorso è lungo, verranno fuori anche loro con il lavoro quotidiano. Perché Italiano ha dimostrato che per il talento c’è sempre spazio. E la qualità alla fine paga. Tanto che nella corsa all’Europa, ora, si può guardare anche a quel 4° posto che pareva assoluta utopia fino a qualche tempo fa. Per una sfida alla Juventus che ora si fa doppia. Tra le semifinali di Coppa Italia e un posto in Champions. Un pensiero stupendo, un sogno che la Fiorentina vuole giocarsi il più a lungo possibile. La strada sarà lunga e tortuosa, ma questa squadra ha dimostrato di avere le idee, l’identità e la forza mentale per poter restare lassù. Poi saranno anche gli episodi e gli scontri diretti (l’ultimo sarà proprio Fiorentina-Juve a maggio, chissà…) a decidere i punti pesanti nell’ultima parte di stagione, ma se “la fortuna aiuta gli audaci”, beh, la Viola di Italiano può avere un vantaggio. Anche perché fin qui nessuna rivale, per un motivo o per un altro, è riuscita ad avere continuità. Quella che serve in una volata così. Quella che la Fiorentina si è conquistata, intanto, con tre vittorie di fila tra campionato e Coppa.
Di
Marco Pecorini