‘Ammucchiata’ nei piani alti, dal 1° al 6° posto: la Fiorentina lotta con le big. Ora tutti remano dalla stessa parte
Venticinque punti dopo dodici giornate di campionato. All’ultima sosta del 2024, ormai è chiaro: la Fiorentina non è lassù per caso. C’è una città che sogna, un popolo che è tornato a respirare l’aria pulita dell’alta classifica, della lotta contro le migliori. Sei squadre in due punti, la formazione di Palladino si sta trasformando da sorpresa a realtà. Vittoria dopo vittoria, punto dopo punto. Con una sensazione diffusa: questa Fiorentina non sta andando oltre i propri limiti. Anzi, la convinzione è che abbia ancora margini di crescita. Eccome.
MIGLIORARE ANCORA. Certo, ora viene il difficile. Rimanere umili, continuare a lavorare a testa bassa, trovare rimedi e contromisure agli avversari che via via iniziano a conoscere e studiare a fondo la creatura di Palladino. La Fiorentina non è una squadra perfetta, perché in fondo perfetti sono in pochi. Ma non bisogna dimenticarci che gioca insieme praticamente da un paio di mesi. Quindi automatismi, conoscenze, affinità non possono che migliorare. Così come ci sono tante qualità che ancora devono venir fuori. Gudmundsson su tutti, ovviamente: il giocatore sulla carta più tecnico e qualitativo di questa rosa, fiore all’occhiello del mercato. Ma anche Adli, ad esempio, è uno che promette di far vedere ancora qualcosa in più, così come lo stesso Sottil che sta crescendo. Più ovviamente i tanti giovani: Bove, Richardson, Beltran, Comuzzo, sono tutti all’inizio dei rispettivi percorsi. Ciò non vuol dire che la Fiorentina vincerà tutte le partite o che rimarrà sicuramente a giocarsi lo scudetto fino alla fine, è evidente, ma quando Palladino parla di “anticorpi per restare in alto” si riferisce anche a questo.
VALORI. Ma soprattutto alla grande voglia di rivincita che coinvolge tanti singoli. Dalla volontà di arrivare all’agognato trofeo del gruppo storico, alle motivazioni dei nuovi. Da Kean a De Gea, da Bove a Cataldi, fino ad Adli. In tanti a Firenze hanno ritrovato fiducia e grandi prestazioni. E quando Kean, manifesto di questa Fiorentina, dice che “ancora non abbiamo iniziato, meritiamo molto di più”, si capisce davvero la voglia e l’ambizione di questi ragazzi che hanno voglia di stupire. E c’è anche un’aria diversa intorno alla Fiorentina. La sensazione davvero che si possa remare tutti dalla stessa parte. Un’arma in più, come sottolineava anni fa Prandelli. La società che ha messo da parte vecchie ruggini e battaglie verso istituzioni e mondo esterno, i tifosi che hanno superato lo scetticismo dell’estate lasciandosi trascinare da una squadra dai valori veri. Mettere tutti d’accordo a Firenze è impossibile, ma rispetto anche alle 9 vittorie centrate da Italiano due anni fa o dalla zona Champions in cui si era ritrovata la Fiorentina un anno fa di questi tempi le cose paiono parecchio diverse.
DA QUI A GENNAIO. Poi è chiaro, proprio al confronto con la passata stagione ci sarà da dare una mano al tecnico con i giusti interventi anche sul mercato, come non fu a gennaio scorso. O nel 2015/2016 con Sousa, quando i viola si ritrovarono a giocarsi il primato a Natale e arrivarono Benalouane, Tino Costa e compagnia. Si parla già del vice-Kean e probabilmente è la vera priorità, ma l’impressione è che vada dato ancora tempo a chi è più indietro di far vedere capacità ancora non venute fuori, oscurate dal rendimento super dei ‘titolarissimi’ e dal turnover completo campionato/coppa. Insomma, in due mesi ancora molto può accadere, la metamorfosi avviata ad ottobre può coinvolgere altri giocatori da qui a Natale.
SENZA LIMITI. Intanto questa Fiorentina viaggia a 25 punti dopo 12 giornate, la proiezione direbbe 79 punti finali: negli ultimi anni hanno voluto dire tra 2° e 3° posto. Numeri che affascinano ma che non condizionano il gruppo, che ha già chiarito di non volersi porre obiettivi e limiti. Un punto di forza di una squadra che ha solo voglia di continuare a divertirsi e divertire, segnare e stupire, vincere e convincere. Una squadra pratica e coinvolgente, sempre più consapevole. Con un super centravanti (viaggia al ritmo di Vlahovic nel 2021, 8 gol nei primi 12 turni di campionato, 11 reti in 14 gare giocate in stagione… proiezione da quasi 25 gol in A e 40 totali), un portiere di livello mondiale, una difesa che ha trovato la sua quadra, un centrocampo tecnico e dinamico. Questa Fiorentina viaggia sulla scia di Sousa, quando nel 2015/2016 quella Fiorentina aveva 27 punti dopo 12 giornate, e del primo Prandelli (2005/2006, 28 punti sul campo). Mentre gli stessi 25 punti li aveva fatti Trapattoni nel ’98/’99, per il resto nessuno ha fatto come questa Fiorentina di Palladino negli ultimi 30 anni. Numeri che danno la dimensione di questa squadra e che hanno fatto tornare la voglia di sognare a Firenze. Non succedeva da un po’, un momento bello da godersi.
Di
Marco Pecorini