Il mercato va in archivio. Torna a parlare il campo, con qualche dubbio, qualche lacuna ma anche concrete speranze per la Fiorentina
Dare i voti al calciomercato altro non è che un sollazzo. Sulla carta possono sembrare grandi campagne acquisti o pesanti indebolimenti, ma poi è sempre il campo che dà i suoi verdetti. Il Milan un anno fa, ad esempio, sembrava aver fatto investimenti grandiosi, tra Origi, De Ketelaere e altri innesti, mentre il Napoli pareva destinato a crollare con le scommesse Kvaratskhelia e Kim al posto di Insigne e Koulibaly, ed invece gli azzurri hanno stravinto lo Scudetto e il Milan ha faticato in Serie A. Ci sono poi vari aspetti da tenere in considerazione: cosa mancava e cosa si è fatto, cosa è stato fatto per l’oggi e cosa per il domani, occasioni varie e gli incastri tra entrate/uscite, l’esigenza di tenere i conti in regola e le situazioni economiche da cui si proveniva, etc etc.
CESSIONI FIORENTINA. La Fiorentina ha venduto benissimo quest’estate. Sicuramente in termini economici: incassare 5.5 + 2.5 di bonus da un’alternativa come Terzic a scadenza di contratto, 20 + 5 milioni da Cabral che raramente aveva convinto, 12 milioni dal trittico di esuberi Maleh, Zurkowski, Rasmussen, 20 da Igor che aveva palesato evidenti difficoltà nel corso della scorsa stagione, intanto 10 milioni di prestito oneroso, con all’orizzonte la concreta possibilità di mettere nelle casse altri 20 milioni + 5 di bonus per Amrabat (più 12 che sarebbero entrati da Castrovilli) ed essersi liberati di Jovic per i costi che avrebbe avuto il mantenimento del rapporto lavorativo col serbo è stato un capolavoro. Dal punto di vista tecnico anche: Igor non godeva più della fiducia dell’allenatore al pari dell’ex Real Madrid, mentre il marocchino era stato più un esperimento tecnico/tattico, visto che per caratteristiche non rispondeva proprio alle idee propositive del calcio di Italiano, che si è deciso di abbandonare per tornare alla figura del costruttore di gioco. C’è poi da tenere in considerazione l’aspetto mentale e le volontà dei partenti: Igor era ormai condizionato dal peso della responsabilità di quel gol a Praga, ma anche dal dover fare qualcosa che tecnicamente soffriva. Meglio per tutti che abbia cambiato aria, perché quando scendi in campo con la paura di sbagliare difficilmente fai bene. Amrabat aveva l’accordo con lo United da mesi. Gli sono state perdonate bizze varie e ripetute, che avrebbe perpetrato ancora e ancora se fosse rimasto. Per lui la testa non era più alla Fiorentina da tempo. E la Fiorentina difficilmente gradisce avere a che fare con giocatori poco convinti, o che hanno alle spalle entourage che non fanno altro che sminuire la stessa società viola. Cabral è un’ottima uscita, perché se fosse rimasto sarebbe ripartito con tutti gli occhi addosso, pochissimi margini di errore e scarsa propensione alla paziente attesa. C’era bisogno di una ventata d’aria nuova.
ACQUISTI FIORENTINA. Maxime Lopez è un ottimo innesto, sia perché arrivato con la possibilità di essere valutato per una stagione e poi eventualmente acquistato, sia perché per caratteristiche permetterà ad Arthur di rifiatare. E il vice Arthur era proprio ciò che mancava. Il brasiliano, inoltre, è arrivato a due soldi, con la possibilità di essere a sua volta valutato e poi riscattato. Beltran si vede ad ogni pallone che tocca quanta tecnica abbia, Nzola deve solamente ritrovare la condizione, Parisi vuol dire futuro, così come Infantino ha già fatto intravedere ottime cose. Sabiri è ancora un rebus, Mina non si è ancora mai visto e Christensen andrà valutato col tempo.
AVVICENDAMENTI E LACUNE. La coppia Jovic-Cabral è dunque stata avvicendata da quella Nzola-Beltran. Il tempo dirà se la scelta è stata azzeccata, la carta farebbe pensare al nettamente sì. Christensen non sembra spostare niente sul tema portiere, ma l’idea di aspettare l’esplosione di Martinelli con un ‘tappabuchi’ di garanzia ha un senso. In mezzo al campo serviva un calciatore più interditore al fianco di Arthur? Sì, forse, ma anche no. Duncan e Mandragora non saranno fenomeni, ma ci possono stare, così come potrebbero giocare assieme Arthur e Maxime Lopez. Qui è il campo che ne dirà di più. D’altronde anche il tris Pizarro-Borja Valero-Aquilani sembrava eresia. Gli esterni d’attacco e il difensore centrale rappresentano, invece, due reparti in cui si poteva fare di più. Ranieri sta meritando di essere un titolarissimo, ma l’avvicendamento Igor-Mina lascia dei dubbi. Quarta era in uscita, ma non è partito e di conseguenza nessuno è arrivato. Sul pacchetto di esterni d’attacco è tutto da vedere: Gonzalez è intoccabile (aver detto no ad offerte da 40 milioni non è da dimenticare o sottovalutare), ma gli altri sono tutti dei grossi punti di domanda. Kouame, Brekalo, Sottil, Sabiri e Ikoné hanno tutti delle potenzialità, ma riusciranno a metterle sul campo? Se la sessione di mercato si fosse conclusa con un esterno d’attacco e un centrale…Ma non c’è la riprova. Intanto arriva il campo, con la sfida all’Inter che è già dietro l’angolo. Quanto fatto sul mercato basterà per migliorare quanto fatto l’anno scorso, obiettivo dichiarato dalla società (che vorrebbe dire sesto posto e/o vincere un trofeo)? Solo il tempo darà le sue risposte. Le premesse sembrano esserci.
Di
Gianluca Bigiotti