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Da suggestione a fobia. Da sogno ad incubo. Ogni mercato che si apre Firenze trema

Lontani i tempi in cui l’apertura del calciomercato portava con sé sogni ed entusiasmo. Lontani i colpi suggestivi che accendevano la folla fiorentina. Forse risalenti ad un altro calcio per stato dell’arte delle cose attuali, in cui non piace essere chiamati clienti, non piace sentir parlare di azienda calcio, bilanci, plusvalenze eccetera, ma termini e concetti con i quali per forza di cose ci si deve confrontare.

Da quando il fair play finanziario è entrato in vigore, con società che più o meno lo rispettano, ogni mercato a Firenze è stato caratterizzato da un comune denominatore: la paura. Da suggestione a fobia, insomma. Perché puntualmente, ogni sessione che si apre, vede la Fiorentina protagonista solo sul fronte cessioni.

Dai Savic, ai Cuadrado, passando per gli Jovetic fino ad arrivare ad Alonso. Con le tante voci, restando solo alla scorsa estate, di possibili partenze di Bernardeschi, Borja Valero, Kalinic, Vecino che ogni giorno campeggiavano sui media locali e nazionali. E puntualmente, una nuova sessione di mercato si apre, ed ecco che la giornata tipo del tifoso fiorentino parte all’insegna dello ‘speriamo non si sia venduto nessuno’.

Sentimento che pare essere destinato ad accompagnare tutto il mese di gennaio di Firenze. Con la Cina che di punto in bianco si è svegliata con l’idea Kalinic, ed un Badelj che non vuole rinnovare e potrebbe lasciare la Fiorentina. Il tutto con situazioni di rinnovi contrattuali, Gonzalo su tutti, ancora incerte.

Da sogno a possibile incubo. Che siano gli inizi di luglio quando apre il mercato estivo, o che siano i primi dell’anno quando apre la finestra invernale, più o meno il fil rouge è sempre lo stesso.

Sarà perché in entrata il popolo viola pare averci fatto una sorta di callo a situazioni anomale. Vedi Lisandro Lopez e Mammana lo scorso gennaio, con conseguente arrivo del pacco Benalouane. Vedi i vari Milinkovic, i Salah ed altri sui quali meglio non riportare la memoria.

Oppure sarà perché i concetti di ‘regalo per Firenze’, bacini d’utenza, fair play finanziario, buco di bilancio etc hanno un po’ stufato tutti. Fatto sta che una nuova sessione di mercato si è appena aperta, e nei prossimi 27 giorni ogni, ogni ora sarà passata a fare un tour dei media per sentire se è arrivata l’offerta per Kalinic, se qualcuno si è fatto avanti per Bernardeschi o Badelj.

L’idea di un mercato camaleontico è roba d’altri tempi. Anche se c’è ancora qualche piazza che continua a sognare, o che si accontenta di poco. A Firenze il sentimento è di tutt’altro tipo. Difendersi per poi forse provare ad affondare qualche colpo.

Come ad esempio sul fronte Kalinic. Uno che nelle prime 24 partite stagionali è già arrivato a quota 12 reti, che potrebbe essere sostituito dai vari Zaza o Calleri o Gabbiadini. Che in tre (in prima squadra) non mettono insieme i minuti giocati da Kalinic. Che in tre non mettono neanche lontanamente insieme i gol di Kalinic. Anzi. I due del West Ham non segnano dalla scorsa stagione una rete tra i professionisti. Sarebbe una plusvalenza monstre, certo. Perché in fondo il mercato di oggi è diventato questo.

Gennaio è lungo. Ahinoi.

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