La Proprietà della ACF Fiorentina comunica di essere assolutamente disponibile, vista l’insoddisfazione di parte della tifoseria, a farsi da parte e mettere la Società a disposizione di chi voglia acquistarla per poterla poi gestire come ritiene più giusto fare. […] La Proprietà si rende disponibile ad accogliere offerte concrete, ovviamente solo da chi voglia veramente bene alla Maglia Viola ed abbia la serietà e la solidità indispensabili per guidare una Società impegnativa come la Fiorentina. Se, come si auspica e si spera, ci sarà un progetto fatto da “fiorentini veri”, questi troveranno massima apertura e disponibilità da parte della Proprietà, come ennesimo attestato di rispetto nei confronti della Fiorentina e della città di Firenze. La Società sarà nel frattempo gestita con attenzione e competenza dai suoi manager […].
Era il 26 giugno, ore 17.20, quando sul sito ufficiale viola usciva un comunicato che avrebbe scosso gli animi di una città. Comunicato derivante da una reazione a catena innescata nel famigerato gennaio 2016, quando la proprietà deluse i tifosi della Fiorentina non rinforzando una squadra in lotta per lo scudetto (rimangiandosi ciò che era stato promesso alla città). Da lì in poi il malumore e le contestazioni crebbero in maniera costante, con un’impennata a partire dall’eliminazione dello scorso febbraio in Europa League nella partita casalinga contro il Borussia Mönchengladbach.
Impennata che non si sarebbe più arrestata: Andrea Della Valle se ne accorse a Sassuolo, quando espresse la sua delusione in merito al comportamento dei tifosi viola: “Negli anni tutti fanno degli errori, anche noi abbiamo fatto degli errori, ma a tal punto da avere un ambiente così a Firenze, mi lascia veramente con tanta amarezza […]. Questo loro atteggiamento mi sta prendendo in contropiede. Non lo capisco proprio”. E ancora, qualche settimana dopo, Andrea rincarò la dose: “Non accetto le offese. Una situazione che mi fa riflettere. È arrivato il momento che faccia un passo indietro, è arrivato il momento che mi faccia da parte”; con l’aiuto del fratello Diego: “Non si può rimanere in Paradiso a dispetto dei santi. I fiorentini hanno diritto di dire con chi vogliono stare”.
Dopodiché, l’unica eccezione al silenzio stampa fu una battuta di Diego Della Valle datata 17 settembre: “La Fiorentina? Togliamogli gli avvoltoi di torno e facciamola lavorare con vicino i fiorentini veri e i tifosi come gliene vogliamo io e mio fratello”. Dichiarazioni ancora una volta divisorie, che hanno avuto come obiettivo quello di schierare i tifosi della Fiorentina tra “avvoltoi” e “veri tifosi”. Poi, silenzio fino ad oggi. Certo, sia le istituzioni con il sindaco Nardella che società e allenatore hanno ribadito a più riprese la vicinanza della proprietà alla squadra, grazie a telefonate continue volte a controllare la situazione in casa Fiorentina; condite da una visita di DDV con tanto di colloquio con dirigenti e allenatore.
Ben vengano le telefonate private, ben vengano i colloqui con i vertici societari e di squadra. Tuttavia, forse la proprietà gigliata non si è resa conto che ormai la parabola dei disinnamorati silenziosi ha ampiamente superato quella dei contestatori rumorosi. E questo, non si può negare, è anche frutto di un atteggiamento da parte della famiglia Della Valle, che ha lanciato un comunicato di cessione societaria senza più proferire parola alcuna sul futuro della Fiorentina. C’è chi pensa che sia stata una mossa puramente di facciata, ma che in realtà la Fiorentina resterà proprietà dei Della Valle. C’è chi invece immagina che questo silenzio sia dovuto solo ed esclusivamente alla mancanza di acquirenti e che la famiglia a capo di Tod’s non proferirà parola fino a quando non si arriverà una svolta.
C’è anche chi, semplicemente, ritiene che i Della Valle si siano stancati da anni di gestire questa squadra, e che abbiano colto la palla al balzo delle contestazioni al fine di allontanarsi da Firenze. Nessuna di queste correnti può essere messa a tacere in favore della verità, fino a quando la proprietà della Fiorentina non offrirà una spiegazione chiara ed esaustiva sul futuro di questa squadra. Spiegazione necessaria anche per una vicenda stadio della quale si continua a parlare come se nulla fosse, ma che potrebbe subire discreti stravolgimenti in base alla direzione che prenderà l’incerto futuro della Fiorentina.
Questa contorta vicenda si può interpretare in centinaia di sfumature diverse: si può dare ragione alla proprietà, vittima di una contestazione eccessiva da parte del suo pubblico in virtù dei piazzamenti ottenuti nei quindici anni di gestione. Si può parteggiare per l’anima più calda del tifo gigliato, arrabbiata a causa continui scivoloni comunicativi e furiosa nei riguardi di una proprietà a loro modo disinteressata al bene della Fiorentina. Si può anche avere un’opinione che stia nel mezzo tra i due fuochi (denominati “leccavalle” e “lenzuolai” dalla proverbiale ironia fiorentina).
L’unico concetto dal quale non si può prescindere è che i Della Valle devono a Firenze una spiegazione riguardo al futuro che hanno in mente per la Fiorentina al più presto. E Firenze merita che le intenzioni della proprietà non rimbalzino tra istituzioni eccessivamente ottimiste e manager-portavoce, ma che sia la stessa famiglia marchigiana ad illustrare, se possibile a breve, quale direzione abbiano deciso per questa squadra.
Di
Marco Zanini