Come riporta La Repubblica, arriva la neve. E anche Tomovic. Domenica piene di sorprese, la prossima. Ci sta che il mitico Nenad vada in panchina.
Ultimamente ha avuto qualche problemino fisico, e poi il giovane Bani e il vecchio Gamberini se la sono cavata dignitosamente. Però, che emozione. Per lui, soprattutto, che al Franchi ci aveva messo le tende. Nenad la certezza, l’incubo, il tormento e alla fine il tormentone. «Colpa di Tomovic» era diventata una battuta da bar.
Detta col sorriso, da chi non lo peteva vedere e anche da chi invece lo stimava per via del cuore, quello che lui metteva sempre e comunque in campo. Difensore duttile, centrale per vocazione, terzino per necessità.
Necessità di allenatori della Fiorentina che non avevano altri terzini, per capirci. Ma Nenad non è uno che fa storie. Tosto ma non insuperabile. Riserva preziosa che la strategia risparmiosa ha trasformato in titolare fisso. E ogni gol subito diventava colpa di Nenad, anche quando Nenad, vostro onore, era innocente. Ma il suo karma era quello di chi quando sbaglia lo fa platealmente. E il tifoso di pallone ama esaltare o crocifiggere. O fare battute, costruire personaggi capaci di prendere vita nel linguaggio della strada. Figure simboliche. Che diventano anche protagonisti di vignette cult: moglie e marito a letto, sguardi persi nella noia.
Dice lei, polemica: «Non sarà mica colpa di Tomovic?». Così è Firenze. Ma il ragazzo serbo ha sempre saputo incassare. La rabbia dentro esplose nella gioia immensa quando saltò in maratona dopo un bellissimo gol segnato all’Inter. E quello è il suo ricordo più bello. E anche un premio alla dedizione di un difensore che non sarà un fenomeno, ma neanche uno che si tira indietro. Che poi nella mischia del grande esodo estivo lui mica c’era stato infilato. Nenad può sempre far comodo: duttile, volonteroso, generoso. Pioli questo avrà pensato, prima di capire che forse non era il caso. Un errore plateale contro la Samp, un ragazzo in confusione, che ormai al Franchi giocava contro se stesso. Il tecnico ha chiesto ai dirigenti stipendiati da Diego un terzino di ruolo, visto che anche Gaspar forse non era adatto. E così ecco Laurini a Firenze e Tomovic al Chievo, dove quasi per magia riciclano i difensori della Fiorentina con straordinaria continuità. Dainelli, Gamberini, Gobbi. Non c’è tre senza quattro ed ecco il mitico Nenad con la maglia gialla dei pandorini.
La formula fu quella del prestito e poi si vedrà. Maran felice, anche perché là dietro, Bani a parte, il trentenne Nenad sembra un ragazzino in confronto agli altri. I 38 anni di Dainelli, i 36 di Gamberini, i 35 di Cesar, i 37 di Gobbi. Un fantastico progetto giovani si fa per dire che trasforma Tomovic in una specie di ragazzo della Primavera. Anche per questo a Verona sono felici all’idea di riscattare il suo cartellino, perché il suo prezzo non dovrebbe pesare più di tanto nelle casse del Chievo. Forse anche nulla. A Verona Nenad ha fatto buone partite e qualche disastro. Non che i suoi compagni abbiano fatto tutti meglio di lui. Anche là ha iniziato da terzino, perché Cacciatore era fuori.
Poi finalmente nel suo vero ruolo, cioè il centrale. Alla fine ci sta che dopo cinque anni attraversati a Firenze tra momenti di gloria e ombre incombenti, Nenad Tomovic abbia trovato la sua dimensione perfetta. Là nella medio bassa classifica. Senza paura addosso, comunque. E in ogni caso Nenad qui troverà una Fiorentina più debole della sua. E senza sogni, come lui.
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Redazione LaViola.it