I viola cercano la prima vittoria dalla ripresa della Serie A in una partita sulla carta equilibrata. L’atteggiamento dell’Olimpico la chiave per portare a casa i tre punti. Si va verso un attacco di montelliana memoria
Neanche il tempo di smaltire la delusione dei fatti dell’Olimpico che è già matchday. I tempi stringati di questo anomalo 2020 calcistico impongono alla Fiorentina di doversi leccare in fretta le ferite per la discussa sconfitta con la Lazio per catapultarsi nel prossimo impegno che si chiama Sassuolo.
DUE TECNICI, DUE FILOSOFIE. Poteva essere, quella tra Iachini e De Zerbi, la sfida tra l’attuale allenatore gigliato e chi invece punta ad esserlo in futuro. Invece, il rinnovo del tecnico neroverde con la compagine emiliana lo ha tolto dall’eventuale futura corsa per la panchina viola. Resta comunque una sfida tra due filosofie di calcio diverse, quasi opposte: quella simil-zemaniana di De Zerbi contrapposta a quella più tradizionalmente ‘alla italiana’ di Iachini.
Filosofie ben fotografate dai numeri: in stagione il Sassuolo è in zona Europa per gol fatti, sesto posto in Serie A con 48 centri, mentre la Fiorentina è dodicesima con 34 marcature. Di contro, nella classifica delle miglior difese i neroverdi sono appena quindicesimi con 49 gol concessi, mentre i viola stazionano al decimo posto con 39 reti subite. Se si guarda al solo periodo in cui Iachini siede sulla panchina gigliata, da gennaio la Fiorentina ha realizzato 13 reti subendone 11. Nello stesso intervallo di tempo, il Sassuolo ha segnato ben 19 gol ma ne ha subiti 20 (di cui 10 nelle ultime tre partite, quelle della ripresa post-Covid). Insomma, mentre il Sassuolo punta a segnare un gol più degli altri, i viola puntano a concedere il meno possibile all’avversario. Ecco perché la sfida appare equilibrata e affascinante.
COME PORTARLA A CASA. La cosa più importante è che la Fiorentina non si faccia bloccare dalla paura. La situazione di classifica resta sul livello di guardia, anche se non drammatica, e l’assenza di vittorie può portare a brutti contraccolpi psicologici in un gruppo peraltro pieno di giovani come quello gigliato. Dunque, come quasi sempre accade, l’atteggiamento della Fiorentina sarà fondamentale. Se contro il Sassuolo si vedrà una squadra timida, la bilancia penderà a favore degli emiliani. Se in campo scenderà una squadra aggressiva e compatta come quella vista soprattutto nel primo tempo con la Lazio, i viola hanno maggiori chance degli avversari di accaparrarsi i tre punti.
COSA PRENDERE DALL’OLIMPICO. L’approccio della Fiorentina contro i biancocelesti ha in parte sorpreso anche gli analisti, che si attendevano una squadra sempre raccolta nella propria metà campo e pronta a ripartire (cosa che ovviamente in parte si è vista). Invece, soprattutto nel primo tempo i viola hanno spesso pressato alto gli uomini di Inzaghi, costringendoli a diversi errori in impostazione e rompendo il ritmo della manovra avversaria. Inutile dire che è da questo atteggiamento che bisogna ripartire. Anche senza l’effetto big match, i viola non devono solo aspettare l’errore dell’avversario ma anche cercare di forzarlo.
IACHINI E I CAMBI. Infine, Iachini deve dimostrare una maggiore lucidità nella seconda partita, quella che inizia dopo il 60′. La nota positiva è che in nessuna delle due partite sin qui giocate la Fiorentina ha mostrato un netto calo fisico, se non per qualche singolo elemento. La cattiva notizia è che troppo spesso il tecnico gigliato ha ritardato tremendamente le sostituzioni di questo o quel giocatore che apparivano in riserva di ossigeno da diversi minuti, che si parli di Ribery col Brescia o di Badelj nella sfida con la Lazio. Se si dice che tre indizi fanno una prova, Beppe con il Sassuolo deve cambiare marcia con i cambi, per evitare che il problema diventi cronico.
ANCORA 3-5-2, POCHI CAMBI. Per quanto riguarda la formazione, contro una squadra molto offensiva dovrebbe essere ancora il 3-5-2 il modulo che Iachini manderà in campo. Pochi cambi anche negli uomini: nessuno in difesa, con Dragowski, Milenkovic, Pezzella e Ceccherini che dovrebbero riprendere il proprio posto. A centrocampo, Lirola e Dalbert sugli esterni, con Castrovilli, Pulgar e uno tra Ghezzal (in vantaggio) e Duncan a centrocampo. In attacco, con il rientrante Chiesa, dovrebbe esserci Ribery, salvo affaticamenti fisici, per un attacco di montelliana memoria.
Bocciatura per Cutrone? Non proprio, anche se è chiaro che la prestazione incolore con la Lazio e in generale i suoi primi mesi in maglia viola sono stati al di sotto delle aspettative. Ma Iachini sa di non aver molto da cui attingere in panchina, se non il giovane Sottil, per cambiare la partita nella ripresa nel reparto offensivo. Ecco che, senza Vlahovic squalificato, sarebbe insolito vedere una Fiorentina schierata con il tridente offensivo Cutrone-Ribery-Chiesa ma senza ricambi in panchina. Ecco che con ogni probabilità Cutrone avrà occasione di riscattarsi nell’ultima fase di partita, con maggiori chance di giocare da titolare nella sfida di domenica a Parma.
Non sarà una partita semplice, ma i tre punti mancano da troppo tempo. Dall’1-5 con la Sampdoria il 16 febbraio. C’è stata la sospensione, vero, ma sono comunque quattro partite senza tre punti e soprattutto i tifosi viola vogliono tornare a gioire per una vittoria della propria squadra. L’avversario è alla pari e dunque abbordabile, la Fiorentina sulla carta ha la qualità per trionfare. E iniziare così a indirizzare il percorso di questa Serie A estiva sui binari giusti. Se non arrivasse una vittoria, si inizierebbe a parlare di crisi di risultati. Non proprio nella miglior posizione di classifica.
Di
Marco Zanini