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Stagione finita? No. Dal rispetto per chi ha già pagato al tabellone di Coppa passando per le svalutazioni dei calciatori
Con il distacco aumentato dalla zona europea e l’eliminazione dalle coppe la sensazione che accompagna la parola Fiorentina è quella di un clima da stagione finita. Il clima che si respira è un po’ questo. La gara di domenica di Bergamo appare impresa ardua. Le motivazioni di chi sta vivendo un sogno da una parte, e chi una sorta di incubo dall’altra, sanno già di sentenza. Eppure stiamo parlando di Atalanta e Fiorentina, dove da pronostico il due in schedina all’Atleti Azzurri D’Italia dovrebbe essere favorito. Non in questo caso. Vincere a Bergamo contro una squadra che sta andando a mille all’ora e che sta scrivendo una favola in stile Leicester (con le dovute proporzioni) ci può anche stare. Ma allo stato delle cose attuali sembra quasi impossibile.
Stagione finita? Sulla carta forse si. Perché come detto, anche in caso di exploit a Bergamo, la classifica parla chiaro. Difficile raggiungere l’Europa. Davanti corrono come forsennati. Come questa Fiorentina non riesce proprio a fare. La parola continuità da queste parti non esiste. Con un allenatore ormai sfiduciato, una squadra che mentalmente appare fin troppo fragile, una società che non sa che pesci prendere, una tifoseria in subbuglio e divisa tra contestatori accaniti e filosocietari, ed un occhio più al futuro che al presente.
Come se 12 partite fossero una barzelletta. 12 partite di Serie A. Che alcuni calciatori che giocano da anni in categorie inferiori pagherebbero di tasca propria pur di giocare. Che per altri sarebbe già un gran risultato averle disputate. E come se dire ormai è tutto finito fosse normale. No. Non lo è. E passi pure il concetto che il traguardo qualificazione in Europa è difficile. Ma c’è chi ha già pagato dando fiducia a società, allenatore e squadra. E ci vuole rispetto per chi fa sacrifici e tira fuori i soldi di tasca propria. Anche se non ci sono più obiettivi in palio. Sono tutti professionisti. E che siano più o meno motivati e/o a fine corsa e/o con la testa altrove, lautamente e puntualmente pagati. La stagione sarà finita all’ultimo minuto dell’ultima giornata. Fino ad allora, chi va in campo e chi manda in campo tali elementi è obbligato a dare il 110 percento.
C’è poi il tabellone di Coppa Italia. L’anno scorso lo scempio della partita col Carpi ha vanificato un cammino straordinariamente in discesa. Che infatti ha portato il Milan peggiore degli ultimi vent’anni in finale con poi annessa Supercoppa. Quest’anno il cammino sarebbe stato più difficile. Ma la Fiorentina, vista l’assenza di trofei in bacheca, e la smania dichiarata dal dg Corvino (almeno a parole) di vincere qualcosa da parte di questa proprietà, impone alla Fiorentina di mollare niente. Anzi. Provare a rimontare anche fosse solo una posizione. Poi il sorteggio della prossima Coppa Italia sarà fondamentale. Ma intanto, è bene mettersi nelle condizioni di farsi aiutare dalla buona sorte. Anche perché, se non dovesse esserci l’Europa l’anno prossimo, la Coppa Italia potrebbe diventare fondamentale.
Ed i soldi in palio per ogni posizione di classifica che si guadagna. L’ano scorso questa era la ripartizione: per le prime tre in palio subito 10,5 milioni di euro, circa 7 milioni per chi arriva tra il 4° ed il 6° posto, 5,5 milioni per chi arriva 7°, 4.8 per chi arriva 8°, 3,5 per 9°-10°. Dopo il 10° posto in palio c’è un milione di euro. Il tutto da sommare a diritti tv, market pool etc. E per una società che a ridosso di Fiorentina-Torino annuncia di avere ancora un passivo di bilancio di circa 5 milioni di euro, cifra che nel calcio appare quasi ridicola, anche un milione in più o in meno può fare la differenza.
Poi c’è la svalutazione dei singoli cartellini. Anche se questo aspetto a Paulo Sousa, sicuramente non definibile un aziendalista, non interesserà molto. Come tutti i precedenti, in realtà visto che l’anno prossimo non rimarrà a Firenze. Ilicic ha drasticamente perso di valore. Badelj idem, come Vecino. Per non parlare di Borja Valero. Poi ci sono gli enigmi Tello, Maxi ed il drammatico caso di Babacar. Diverso il caso Gonzalo che andrà via a zero. Bernardeschi e Chiesa continuano invece a valorizzarsi, così come Kalinic. Ma un finale di stagione disastroso potrebbe portare ad un calo di pretese da parte di chi eventualmente sia interessato a comprarli. Anche perché, il prossimo mercato estivo, dovrà per forza di cose di nuovo autofinanziarsi. E ci sono già dei soldi da tirar fuori come gli obblighi di riscatto per Cristoforo, Maxi Olivera e Sanchez per circa 10 milioni complessivi. Più i 5 di Milenkovic che fanno dunque 15. Saponara e Sportiello verranno pagati tra un anno invece. Salcedo è in prestito con diritto, invece, e difficilmente verrà riscattato.
Stagione già finita? No. Assolutamente no. Per mille motivi. Ci sarebbe anche un discorso su Sousa da fare. In caso di ulteriori figuracce, cosa ne guadagnerebbe il portoghese che voleva vincere la Champions in 5 anni? Sicuro di essere considerato all’altezza di un grande club?