Luis titolare, Cholito decisivo: stimolo a vicenda in attesa di vederli insieme. Mercato: investimento in mezzo, anche in ottica futura.
Buona la prima (del 2019). La Fiorentina riparte con il piede giusto, con una prestazione tutt’altro che perfetta e continua, ma comunque di carattere. Vittoria a Torino (2° successo in trasferta della stagione, dopo San Siro), i viola si giocheranno i Quarti di Coppa Italia al Franchi contro la Roma il prossimo 30 gennaio. La squadra di Pioli non partirà probabilmente favorita, ma come confermato dallo scontro diretto in campionato (finì 1-1, pari giallorosso solo nel finale) sarà gara aperta. Sognare di andare avanti, insomma, non è utopia. “Ce la giochiamo con tutti”, la sintesi del gruppo dopo il 2-0 con i granata.
STAFFETTA. La prima dell’anno ha dato le prime indicazioni sul lavoro di Malta: si parte con la staffetta tra Muriel e Simeone. A Torino è partito titolare Luis, ma è stato decisivo il Cholito: entrambi dovranno giocarsi il posto domenica dopo domenica, in attesa dell’avversario giusto (e della condizione ottimale di entrambi e della squadra) per vedere il duo sudamericano in tandem. 66 minuti (compreso recupero) con soli 16 palloni toccati (e appena 9 passaggi riusciti) per Muriel, ‘braccato’ da Nkoulou e autore di una sola giocata importante a metà primo tempo (accelerazione a sinistra, Chiesa anticipato di un soffio sul 2° palo). 34 minuti con 13 palloni giocati e 5 passaggi, per Simeone, con lo ‘strappo’ fulminante nell’azione del vantaggio (conclusione ancora una volta non adeguata, per fortuna Chiesa è stato reattivo a fiondarsi sulla respinta di Sirigu) e un paio di giocate importanti nel finale per far rifiatare la squadra. Due attaccanti importanti che danno soluzioni diverse, si tengono sulla corda a vicenda e che potranno anche giocare insieme: Pioli può lavorarci.
DA MIGLIORARE. In una fase offensiva generalmente da migliorare. A Torino la Fiorentina nonostante tutto ha creato 9 tiri (di cui 6 in porta) e 8 occasioni da gol (i granata 0 tiri in porta), segnando due volte in contropiede. La ripartenza, specie con Muriel e con il devastante Chiesa, può essere un’arma decisiva per i viola, ma è chiaro che nel campionato italiano bisogna saper sfondare anche contro avversari chiusi. Cosa che poco è riuscita a Simeone e compagni nella prima metà di stagione. Tolta la larga vittoria con il Chievo d’esordio, la Fiorentina ha segnato 19 gol in 18 gare di campionato: media sconsolante di 1,05 gol a partita, trend decisamente da invertire nel girone di ritorno. Con un cinismo da migliorare, ma anche cercando modi e azioni diverse per arrivare in porta.
POSIZIONI. Davanti Pioli ha diverse soluzioni, a partire dall’imprescindibile Chiesa. Mancini gli ‘chiedeva’ più gol, lui ha risposto aprendo alla grande il suo 2019. Doppietta, toccata quota 15 gol in 92 presenze viola. Riuscisse ad essere continuo sotto porta… Poi Mirallas: gara discreta, pochi acuti in 55′, ma per Pioli è un titolare. Nelle ultime uscite ha giocato spesso come rifinitore dietro le punte, più che da esterno: segno di come il tridente sia ‘mobile’ negli spazi, con Benassi che spesso si inserisce a destra (e Biraghi a sinistra). Muriel, così come Simeone per metà campionato, ha avuto pochi palloni giocabili centralmente. Gerson ha dato poco poco: appena 13 palle giocate, 4 passaggi riusciti e 4 falli fatti in 46′. I numeri parlano abbastanza chiaro.
REPARTO AFFOLLATO. E Pjaca? La Fiorentina vuole continuare a ‘giocarsi’ la scommessa, lui ribadisce di volerci provare ancora. Ma ‘cui prodest’? A chi giova? Arriveranno altre opportunità, magari, a meno che il mercato (e la Juve) non lo porti altrove da qui al 31 gennaio. Visto che i bianconeri hanno diverse richieste e per il croato il minutaggio potrebbe non essere così ampio come auspicato ad inizio stagione. Vlahovic per ora resta tra Prima Squadra e Primavera (dove fa la differenza), ma potrebbe andare anche in prestito ad Empoli; si cerca di piazzare Thereau (che però ha un altro anno e mezzo di contratto a 700 mila euro annui) e soprattutto Eysseric. Sottil potrebbe andare in prestito.
MANOVRE IN MEZZO. E se la difesa continua a dare solidità alla squadra, è in mezzo che Pioli sta intervenendo con nuove soluzioni e non solo. Edimilson davanti alla difesa non è una novità, ma permette di ‘sganciare’ Veretout da mezz’ala, specie in particolari fasi di gioco. Perché poi la manovra passa comunque più dal francese che dallo svizzero, che non ha piedi e tempi per dirigere l’orchestra. Ci mette impegno e mezzi fisici, ma a livello tecnico pecca e non poco. Centrocampo a tre o a due, a seconda delle azioni, con Benassi che si sgancia a volte in avanti e Norgaard che avrà più spazio nel girone di ritorno. E Dabo? Fisico possente e gamba nell’allungo, ma poca rapidità di giocata e di pensiero e qualche amnesia di troppo in zone delicate. Per questo non ha mai trovato spazio da titolare quest’anno.
IN EVOLUZIONE. Poi c’è Gerson. Altro ingresso blando a Torino, come terzo d’attacco. Davanti o in mezzo, il brasiliano non riesce comunque ad ingranare. Doveva dare quel ‘plus’ di qualità a centrocampo, ha steccato invece più volte. Qualcuno parlava di un ritorno anticipato alla Roma, in ogni caso senz’altro difficile intravedere per lui un futuro in viola. Anche per questo, e per la voglia di migliorare il centrocampo, la Fiorentina si sta muovendo con decisione su obiettivi a metà campo. Dopo il tentativo fallito per Obiang (da una decina di milioni per l’acquisto a titolo definitivo), sembra fatta per Hamed Junior Traorè dell’Empoli. Classe 2000, cresciuto nel settore giovanile azzurro, ha stupito tutti dopo sole 16 presenze in Serie A. Affare da 12 milioni, con il giocatore che arriverebbe in viola da luglio (nell’operazione potrebbe entrare anche Vlahovic, in prestito).
PROSPETTIVA. Insomma, si muovono le cose a centrocampo. Da Obiang a Traoré: giocatori diversi per caratteristiche, posizioni, prospettive e anagrafe, ma volontà concreta di fare un investimento sul centrocampista. Per il presente (e chissà che da qui al 31 non si possa sbloccare qualche trattativa per migliorare adesso la mediana, magari Diawara o Rog in prestito) e soprattutto per il futuro. Anche perché in estate le entrate potrebbero essere di decine di milioni. Difficile in prospettiva non ascoltare proposte da 70 milioni per Chiesa, da 40-50 per Milenkovic, da 25-30 per Veretout, per 10-15 per Biraghi e così via. Chiaro che, ancora una volta, la questione sarebbe sul ‘come reinvestire’ quei soldi. Giocare d’anticipo (come su Traorè) sarebbe un’ottima mossa.

Di
Marco Pecorini