Rocco e Barone hanno varato varie ipotesi nei colloqui della scorsa settimana: dai terreni fuori Firenze al restyling del Franchi. E il progetto dei Della Valle…
Addio Mercafir. O almeno, addio alla Mercafir nell’ultima versione, quella con mega cittadella annessa, scrive La Repubblica. Ma non è affatto detto che Rocco Commisso rinunci all’operazione di costruire un nuovo impianto, ripiegando sul solo restyling del Franchi: il nuovo patron della Fiorentina nei suoi colloqui dell’ultima settimana ha fatto balenare varie ipotesi. Ad esempio quella di tornare al vecchio piano Mercafir, sempre attuabile, del 2012: quando ancora si ipotizzavano uno stadio con (pochi) spazi commerciali intorno e il mercato ortofrutticolo nella stessa area, senza traslochi e sofisticati incastri immobiliari abbinati.
ALTERNATIVE. Ma nelle varie conversazioni avute in città Commisso e il suo braccio destro Joe Barone hanno chiesto informazioni anche su altri terreni oltre alla Mercafir, per capire se esistono alternative. Qualcuno è tornato a suggerirgli Castello: impraticabile o quasi. Fuori Firenze è saltato fuori un terreno a Campi Bisenzio, nella zona dell’Asmana, già opzionato dai Della Valle, proprio accanto ai 17 ettari che dovrebbero essere presi a settembre per fare il nuovo centro sportivo con foresteria e campini per le squadre giovanili. Il nuovo stadio a Campi? Difficile, forse impossibile. Ma è una delle riflessioni balenate nelle riunioni.
DETERMINAZIONE. Niente investimenti che non siano in grado di rilanciare la società. Commisso e Barone nei colloqui avuti (da Nardella a Giani, dai sindaci di Campi Bisenzio Emiliano Fossi e Bagno a Ripoli Francesco Casini a imprenditori come i Frescobaldi) si sono mostrati determinati. Decisi a cambiare. Hanno fatto capire di voler avere una sede unica della società, come sono abituati a New York con la loro Mediacom: basta con lo spezzatino di uffici sparsi.
RESTYLING. Ristrutturare e coprire il vincolatissimo Franchi magari dotandolo di spazi commerciali accanto, sarebbe per Commisso un investimento non patrimonalizzabile: lo stadio è e rimarrebbe di proprietà comunale. Vero è che potrebbe essere modificata l’attuale convenzione, che scade nel 2022, magari con un allungamento molto esteso. Ma 15-20 milioni di euro su una struttura del 1931 sono un affare poi così ghiotto per un business man come Commisso? Inoltre: durante i lavori la Fiorentina riuscirebbe a giocare in sede? La Soprintendenza spalancherà le porte e basta? Pare che il sindaco Nardella nelle ultime settimane sia tornato a guardare con favore l’idea restyling: in fondo il cemento del Franchi non è eterno e una ristrutturazione fornirebbe pure uno stimolo per la riqualificazione dell’intero Campo di Marte. Al patron viola invece l’ipotesi di rimettere le mani sul Franchi si è mostrata con molte incognite.
NUOVO STADIO. E il nuovo stadio? Difficile, molto difficile che il piano Mercafir nella versione finale dei Della Valle vada avanti: troppe grane con aeroporto, Unipol, mercato. Forse la variante dell’era Renzi potrebbe convincere Rocco. Chissà che non sia stata oggetto di discussioni anche nella cena da Pinchiorri delle scorse settimane con Commisso, Nardella e lo stesso Renzi.
Di
Redazione LaViola.it