Il Corriere Fiorentino fa il punto anche sull’alternativa individuata da Commisso per il nuovo stadio
Se Firenze piange, Campi non ride. Per alcuni mesi, sembrava fatta, per il Comune della Piana. Il contratto di «pre-acquisto» firmato da Rocco Commisso per l’area individuata fuori Firenze per il nuovo stadio aveva già fatto partire la macchina comunale. C’erano stati alcuni incontri, informali, con la Regione, per poter capire come (con un accordo di Copianificazione) accelerare i tempi. Poi, la legge per gli stadi vincolati, la lettera di Commisso al ministero (con tanto di «lettera di accompagnamento» del sindaco Dario Nardella) avevano lasciato Emiliano Fossi in stand-by. Il sindaco di Campi, ieri, si è trincerato dietro un «no comment». Non può che aspettare e sperare. Lo scrive il Corriere Fiorentino.
Certo, le parole di Eugenio Giani nell’intervista al Corriere Fiorentino sull’ipotesi Campi («il restyling del Franchi unica soluzione», «Campi solo se è d’accordo anche il sindaco di Firenze, ma ci sono problemi di viabilità e urbanistica. E chi paga?») erano state una doccia fredda per Fossi & co. Ma ora, che il Franchi non è più possibile, si torna davvero a Campi? Lo si capirà solo se Commisso presenterà davvero un atto formale, un Masterplan. È l’unico modo per far partire la Copianificazione. Ma restano i problemi strutturali. E’ impegnativo far nascere uno stadio e una grande area commerciale in un’area dove già ora la viabilità è un mezzo disastro, nel mezzo dell’area produttiva più importante della provincia di Firenze.
Non ci sono ferrovie vicine, portare una tramvia da Firenze (quella per il momento solo progettata arriva dall’altra parte della città) è un azzardo e un costo enorme. Soprattutto, il valore di una operazione commerciale a Campi (servizi, negozi e hotel) è inferiore, di molto, a quella di Campo di Marte. Chissà se il gioco, per la Fiorentina, vale la candela.

Di
Redazione LaViola.it